80 -Affezionarsi

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Entriamo dentro la palestra della scuola e mi vado a sedere sugli spalti.

Dopo la scenata di Nash, abbiamo deciso di andarcene e siamo venuti a proseguire la serata qui, senza di lui ed Emily.

<Stai bene?> Mi domanda Rod sedendosi accanto a me e porgendomi un bicchiere di aranciata.

Qui non ci sono alcolici.

<Si, diciamo.> Dico massaggiandomi le tempie e prendendo il bicchiere.

<Domani lo prendo a botte se solo prova a rivolgerti la parola.> Ringhia stringendo il bicchiere.

Bevo un sorso e sospiro. <Non serve, probabilmente non lo farà.>

<Beh, se lo farà, gliene dirò quattro.> Dice. <Spero solo che il coach non lo faccia entrare in campo.>

<Giocherà?> Domando.

Lui ha detto che frequenta gli altri club sportivi solo per tenersi occupato e che partecipa solo alle gare di nuoto.

<L'altro ieri gli ha chiesto il permesso e il coach gliel'ha dato.>

<Ou... ok... strano, lui frequenta il football e il basket solo per tenersi impegnato.>

<Si, lo so, ma a quanto pare vuole farmi girare i coglioni.>

<Perché pensi questo?> Domando finendo l'aranciata.

<Ma non hai visto oggi come mi rispondeva?>

<Hai iniziato tu a rispondergli male e provocarlo. Non provare a negarlo.>

Sbuffa e si alza prendendomi il bicchiere, ormai vuoto, dalle mani.

<Dove vai?> Gli domando.

<A buttare questi e a farmi un giro. Non provare a seguirmi.> E se ne va.

Perfetto... e io che faccio?

* Austin's pov *

Dopo che Kodey se n'è andato, ho cenato con Callie in camera e guardato un film.

Poi, giusto un'ora fa, è tornata in camera dicendo di essere stanca e che non voleva addormentarsi qui.

Ora, mi sto preparando per scendere alla festa.

Spero solo non sia un fiasco come sono di solito questo genere di feste.

La porta si spalanca e vedo Nash ed Emily entrare.

<Lasciami andare.> Le dice scansandosi da lei.

<Nash lasciati aiutare.>

<Vattene.> Dice tirandosi sul letto.

<Ciao Austin.> Mi saluta Emily.

<Ehi, che succede?> Le domando passando lo sguardo da Nash a lei.

<Ha bevuto troppo e si è ubriacato.> Sospira e si massaggia le tempie. <Solo che non vuole farsi aiutare.>

<Perché non mi serve un aiuto.> Dice Nash mettendosi a pancia in su. <Sono abbastanza grande da cavarmela da solo.>

Emily sbuffa. <Sono incazzata con lui e mi sto incazzando sempre di più perché non vuole farsi aiutare dalla sua ragazza, quindi, ora me ne vado. Austin, lo lascio a te.>

Si sistema la borsetta in spalla ed esce dalla stanza sbattendo la porta.

Mi avvicino a Nash. <Sicuro che vada tutto bene?>

Nonostante il mio odio nei suoi confronti, non posso dimenticare i giorni in cui mi è stato amico e quei momenti mi piacevano.

<No, non sto bene. Non vedi? Sono ubriaco, faccio lo stronzo con chi mi è stato accanto e mi ha aiutato ultimamente, fingo di odiare i miei compagni di stanza, la ragazza che mi piace sta con un altro e quella che uso per sfogarmi e scopare così da non pensare è incazzata con me.>

Rimango spiazzato da quel che ha appena detto.

<Perché fingi con noi? Anzi, con tutti, di essere ciò che non sei?> Dato che ha voglia di parlarne per una volta, parliamone.

Alla fine, si sa, gli ubriachi dicono sempre la verità.

Sbuffa e si mette seduto barcollando un po'.

Mi siedo accanto a lui così da reggerlo se mai cada.

<Perché non voglio affezionarmi. Una volta l'ho fatto ed è stato un grosso errore.>

<Di chi ti sei affezionato?>

<Mia madre. E tu mi dirai "ma è normale, è tua madre", lo so, ma mi ha fatto del male. Mi ha sempre sgridato e picchiato. Diceva che ero l'errore più grande della sua vita, ma a me non importava, le volevo bene. Quando poi mi ha lasciato solo con mio padre portandosi via mio fratello, l'ho iniziata ad odiare con tutto me stesso. Dal giorno, mi sono ripromesso di non affezionarmi più a nessuno e così ho fatto sino a due anni fa.> Abbassa lo sguardo.

Rimango in silenzio, aspettando che continui.

<In quel momento mi sono reso conto di essermi affezionato a qualcuno, anzi innamorato. Mi ero innamorato di colei che ho preso in giro per tutta l'infanzia.> Si prende la testa tra le mani e si tira poco i capelli.

Lo volto verso di me, ha le lacrime agli occhi.

Fa tanto il duro, ma sotto è fragile come una foglia autunnale, di quelle che se le prendi ti si sbriciolano in mano.

Lo tiro tra le mie braccia e lo stringo.

<Non dovresti.> Dice staccandosi dopo un po' che ha pianto e si è sfogato.

<E invece si. Hai bisogno di un amico vero in questa vita, hai bisogno di affezionarti.>

Si morde il labbro, probabilmente per trattenere altre lacrime.

<Posso chiederti anche...>

<Tutto quello che vuoi.> Dice stropicciandosi gli occhi.

<Ok.> Dico cauto. <Perché usi Emily?>

Sospira. <Non lo so... io non la amo, nemmeno mi piace. La volta che gliel'ho detto l'ho fatto per pararmi il culo.>

<Già, il biglietto.> Sorrido ricordando tutto il casino che si era creato per via di quel biglietto.

Annuisce. <Le avrei dovuto dire la verità, se solo si potesse tornare indietro nel tempo.>

<Beh, potresti spiegarle le cose come stanno realmente. Oppure continuare a farla incazzare così che ti lasci.> Ci rifletto su.

<Non credo lo farà, non hai visto prima? Era incazzata con me e pure mi voleva aiutare.>

<Cos'hai fatto per farla incazzare?> Domando appoggiando la schiena al muro.

<Ho detto delle cose private di noi due davanti a tutti.> Dice mettendosi nella mia stessa posizione, poi mi osserva. <Stavi uscendo? Perché sei vestito così?>

<Ehm...> Mi guardo. <Stavo per scendere per andare alla festa, ma poi sei arrivato tu e...>

<Andiamoci.> Dice.

<Eh?> Domando.

<Voglio andarci. La sbronza mi è passata un po', so ragionare e camminare tranquillamente.> Dice alzandosi. <Non dovrai preoccuparti di me.> Sorride.

Sospiro e mi alzo anche io.

<Va bene, fammi mettere le scarpe e andiamo.>

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My BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora