92 - Sei un idiota

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Busso alla porta del preside.

<Entra pure.> Dice.

Entro e lo vedo intento in una conversazione molto animata al telefono. Con chi starà parlando?

Mi guardo attorno, è pieno di foto di Nash e suo fratello. Sono così carini!

Mi fa segno di sedermi e faccio come dice, spero solo non sia per qualche insufficienza o mia madre che chiama.

Lo devo ammettere, ho l'ansia.

Continuo a guardare le foto. In una, sulla scrivania, c'è scritto "Nasheel Smith"

Nasheel...? Ma non si chiama Nash?

<Guardi le foto dei miei figli?> Chiede.

Oh... da quanto ha chiuso la chiamata?!

<Ehm...>

Sorride. <Lo fanno molte persone qundo entrano qui. Comunque Nasheel è il vero nome di Nash.>

<Ou... ok.>

<Scusi il ritardo signor preside.> Dicono Emily e Callie entrando senza nemmeno bussare.

Perché ci sono anche loro?

<Non fa nulla.> Dice mentre si siedono.

<Perché ci ha convocate?> Domanda Callie diretta.

<Beh ragazze, il responsabile dell'ala maschile mi ha informato di un vostro, non molto recente, comportamento.> Dice, poi si volta verso di me. <Signorina Hamilton, è vero che ha scassinato la porta della stanza 306 ed è entrata accompagnata dalle sue amiche?>

Emily e Callie abbassano lo sguardo.

<Si, è vero.> Dico.

<Signor preside non metta in punizione Grace o Emily, metta me, è stata una mia idea.> Dice Callie supplichevole.

<Grace, ti sei fatta condizionare da una tua amica? È un atteggiamento poco maturo da parte tua, sei sempre stata una ragazzina attenta e responsabile.> Dice picchiettando le dita sulla scrivania.

<Mi spiace, non accadrà più.> Dico mortificata.

* Jason's pov *

Esco dalla mia classe e mi dirigo in palestra.

L'ultima ora finalmente, non vedevo l'ora.

<Jason!> Mi richiama qualcuno alle mie spalle.

Mi volto e noto Austin correre verso di me.

Si ferma appena mi arriva davanti, riprende fiato.

<È successo qualcosa?> Domando.

Annuisce mettendomi una mano sulla spalla, alza lo sguardo. <Grace, Nash ha parlato.>

<Eh?!> Domando spiazzato. <Parlato? Cos'ha detto quel bastardo?! Dov'è lei?>

<Dal preside, l'ha chiamata all'inizio della scorsa ora.>

<Cazzo.> Dico.

Riprendiamo a camminare.

<Sono state messe in mezzo anche Callie ed Emily.> Mi informa mentre cammina al mio fianco.

<Beh, almeno ha detto la verità e non ha dato la colpa solo a Grace.>

<Già, almeno quello.>

Sospiro. <Tu come stai?>

<Bene, perché?>

<Per l'altro giorno, sai, la storia di Kodey... vi siete più parlati?>

Scuote la testa abbassando lo sguardo. <Non dorme nella nostra stanza da quando Nash gli ha detto quelle cose. A pranzo ci evitiamo, stessa cosa se ci incontriamo in corridoio o fuori.>

<Ti fa male, vero? Stargli così vicino e doverlo ignorare.>

Annuisce fermandosi. <Mi fa male vederlo ridere con gli altri, parlare con gli altri. Mi piaceva quello che facevamo, insomma, mi piaceva parlare con lui e...> Si ferma deglutendo. <No, non deve piacermi. Io sto con Callie, io amo lei e solo lei.> Ritorna a guardarmi. <Lui non mi piace, amo Callie.> Si prende la testa tra le mani.

Lo abbraccio. <Calmati.> Sussurro.

<Sto impazzendo, sono così confuso.>

<Tranquillo e non pensarci, per ora.>

<La fai facile.> Si stacca. <Tu non hai questo genere di problemi.>

Gli sorrido. <I tuoi problemi sono anche i miei, quindi si, in un certo senso è anche un mio problema.>

Scoppia a ridere. <Sei un idiota.>

<Lo so.>

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My BoyWhere stories live. Discover now