94 - Un lavoretto

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Il preside sospira e fa uscire Callie ed Emily, dicendogli che avrebbe pensato alla loro punizione più tardi.

<Tu, Grace, rimani ancora qui.> Continua alzandosi.

<Cos'altro deve dirmi?> Domando seguendolo con lo sguardo.

Si appoggia alla scrivania. <Da oggi inizierai a lavorare come barista al bar della scuola per racimolare soldi e poter pagare i danni.>

Ok, pensavo peggio.

Annuisco. <Quando inizio?>

<Appena esci da questo ufficio, ti dirà Olivia cosa fare e per quanto tempo dovrai restare.>

<Va bene.>

<Ora puoi anche andare. Non farti più trascinare dagli altri e sta attenta.> Dice serio, come se stesse cercando di farmi capire qualcosa a cui ancora non ho fatto caso.

Ma cosa?

<La ringrazio, prometto che non la deluderò e che lavorerò sodo così da poter riparare i danni.>Dico alzandomi dalla sedia.

Mi sorride ed esco dall'ufficio.

Fare la cameriera non mi dispiace, anzi.

Almeno avrò qualcosa da fare dopo la scuola.

Arrivo al bar e saluto la signora dietro il bancone.

<Devi essere Grace, piacere Olivia.> Dice allungando la mano dopo essersela asciugata con un panno.

Gliela stringo. <Piacere mio.>

Sorride e mi fa segno di aspettare.

Mi tolgo lo zaino dalle spalle, lo appoggio sullo sgabello davanti al bancone e mi guardo attorno.

Questo posto è vuoto quando sono tutti a lezione, sembra più grande.

<Eccomi tesoro.> Mi volto verso di lei. <Questa è la tua divisa.> Me la mette in mano. <Puoi andarti a cambiare in quella stanza.>

Annuisco e vado verso la porta di metallo posta dietro al bancone.

Mi sono sempre chiesta cosa ci fosse qua dietro e, ora, posso scoprirlo.

Apro ed entro. È un magazzino pieno di scafali con scatole di ogni tipo sopra.

Wow, ok, e io che mi immaginavo chissà che.

Trovo una vecchia sedia e ci appoggio sopra la busta con la divisa, spero mi stia.

* Austin's pov *

Esco dalla piscina per la pausa.

Dio, è così inquietante qui dentro da soli.

<Austin.> Mi volto e mi trovo Callie davanti.

Le sorrido. <Ehi, come mai qui?> domando infilandomi l'accappatoio.

Ricambia il sorriso e si attacca al mio braccio. <Passavo da queste parti per andare in mensa e ho pensato di fare una visita al mio ragazzo, ti dispiace?> Spiega mentre andiamo verso le panchine.

<No, certo che no.> Mi siedo. <Anzi, mi fa molto piacere. Mi sentivo solo.>

<Bene... allora...> Si slaccia i bottoncini della camicia azzurra che porta. <Che ne dici se...> Continua alzandosi la gonna. <Ci divertiamo un po'?>

<C-Callie...> Balbetto osservandola. <Non mi pare il luogo.> Abbasso la voce.

<Perché no? Dai, so che ti piace.> Si mette a cavalcioni su di me, tira il collo indietro e fa oscillare i suoi capelli biondo per poi portarseli su una spalla e guardarmi con sguardo seducente.

Ok, è molto sexy, ma...

<So che ti piace quello che vedi.> Fa, facendo scendere un po' la camicetta e rivelando le sue spalle.

Scuoto la testa e chiudo gli occhi. <Non qui, non in questo modo.>

<Sicuro?> Dice appoggiando la mano dove non deve metterla in questo momento. <Eppure a me sembra che l'idea ti ecciti.> Sussurra succhiandomi poi il lobo dell'orecchio.

Gliela tolgo, anche se i miei istinti ormonali dicono il contrario. <Meglio di no.> Dico guardandola.

Lei sbuffa e si alza da me. <Per una volta che possiamo stare soli e farlo con calma, tu rovini tutto per via delle tue paure.> Dice. <Hai ancora tre minuti per decidere se prendermi ora su questa panchina o no.>

Non può capire quanto vorrei, ma non posso perdere la verginità così.

Si, sono ancora vergine e inesperto su queste cose.

Non abbiamo mai affrontato l'argomento e non so nemmeno se volermi sverginare con lei o trovare qualcun'altra.

<Due minuti.> Dice mettendosi bene la camicia.

Perché mi mette tutta questa pressione addosso? Voglio che sia speciale e romantico, magari su un letto.

<Callie...> Dico alzandomi.

Ghigna. <Vuoi che rimedi a quello?> Domanda indicando la mia erezione.

Abbasso il capo arrossendo come al mio solito.

Quando finirò di essere così timido?

<Cucciolino, so che sei vergine e, probabilmente, non vuoi che la tua prima volta sia così, su una panchina. Quindi...> Mi sfila l'accappatoio. <Che dici se faccio un lavoretto io e poi approfondiamo la cosa in un altro momento?>

Mi mordo il labbro e la bacio spingendomi contro di lei.

Lei mette una mano dentro al mio costume e gemo al contatto.

Eppure non riesco ad andare avanti.

Mi stacco e la scanso.

Riprendo l'accappatoio caduto a terra.

<Scusami.> E corro verso gli spogliatoi.

Che cazzo sto combinando?

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My BoyWhere stories live. Discover now