Marshall Bravestarr contro la droga

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Nelle fanfiction spesso il tema della droga è trattato con assoluta leggerezza: i ragazzetti sono rappresentati come gente che non sa divertirsi senza assumere sostanze stupefacenti (potrei citare Criminal Love, dove nessuno nota che la protagonista sta venendo stuprata e rapita sotto ai loro occhi), tutto ciò pare un vero fallimento dei messaggi educativi che per anni sono stati lanciati.

Ne citerò uno che sicuramente molte autrici avrebbero dovuto vedere da bambine.

Forse molti di voi non conoscono la serie animata di Marshall Bravestarr: si tratta di un cartone degli anni '80, che propone un Far West futuristico in cui, al posto della corsa all'oro, il metallo più prezioso è il kerium (il pianeta stesso dell'ambientazione si chiama Nex Texas). Le vicende sono focalizzate sullo sceriffo Bravestarr e i suoi compagni, solitamente impegnati nelle lotta contro i malvagi fuorilegge.

La serie, oltre a intrattenere, offre un buon contenuto pedagogico, in cui la morale viene spiegata alla fine di ogni episodio.

In un caso è perfino andata oltre, toccando il tema della droga in modo insolito.

Link episodio che analizzerò, intitolato "The price" (titolo che potrà avere tanti significati a seconda delle interpretazioni).

Non serve guardare il video per capire.

Nell'introduzione lo sciamano (il maestro dello sceriffo protagonista) parla del "male", e fin da subito appare lo spacciatore (un dingo, una specie i cui membri sono solitamente dei rozzi selvaggi usati come scagnozzi, equiparabili agli orchetti del Signore degli Anelli), tuttavia, rispetto ai suoi simili, è elegante e raffinato, a indicare la sua ricchezza.

A 2:40, lo sceriffo e il suo braccio destro (Trenta Trenta, un uomo-cavallo) sono impegnati a tentare di trattenere un uomo in crisi d'astinenza da droga (la Spin, una sostanza inventata per la serie): questi urla come un folle, si dimena, la sua forza sembra moltiplicata (Bravestarr di base ha una forza enorme e il suo secondo, Trenta-Trenta, vanta la forza di diversi uomini), è in preda a visioni, pare un vero demone, gli effetti collaterali sono mostrati nella loro crudezza.

A 3:20, l'uomo-cavallo non può fare a meno di domandarsi "Come fa una persona a darsi alla droga? Io proprio non capisco!"

Lo sceriffo, da sempre voce della ragione, risponde "Nessuno sceglie di diventare un tossicomane, però succede. Vorrei solo che quelli che parlano di droga con tanta leggerezza dessero un'occhiata in questa cella per un minuto", il tutto mentre la vittima, credendosi circondata da ragni, trema come un bambino.


La narrazione si sposta sullo spacciatore: parla in modo forbito e cordiale, definisce la Spin "la felicità in boccetta", una sorta di via per far diventare realtà i propri sogni.

Non la fa neanche pagare, la regala gentilmente ai ragazzi perché "sono stati cortesi": solo uno dei due ci casca, l'altro no, ma, per non essere etichettato a "spione", promette di non dire nulla.

La scena torna dalla vittima delle allucinazioni: si dice testualmente che "è l'ennesimo che muore".

In un cartone animato rivolto ai bambini l'evento è insolito, forte, in tali storie non si dovrebbe mai morire, nemmeno i cattivi muoiono.

Il bambino è tentato di parlare della droga che sta prendendo il suo amico, è sul punto di dire tutto a Bravestarr, ma non lo fa, ha paura di fare la spia. Lo sceriffo nota comunque che qualcosa non va, ma il ragazzino liquida tutto e se ne va di corsa.

La trappola scatta in breve: per avere altra droga, il bambino ruba i soldi alla madre (lo spacciatore "deve campare"), comincia a impazzire, vuole essere ancora "proiettato in quell'universo circondato da fiori". Il suo amico, esasperato, cerca di chiamare il medico, ma la vittima ha un attacco di panico alla sola idea e lo implora di fermarsi.

Le facce a 11:08 risultano ben più macabre degli standard, pura espressione di dolore e follia, segno dell'impegno degli sceneggiatori.

Avviene poi un dialogo tra l'amico della vittima e il saggio sciamano, che in tal momento è il simbolo dell'adulto responsabile a cui confidarsi e a cui chiedere aiuto:

"Una promessa è importante, certo, ma una vita lo è molto di più".

La scena finale conclude il cerchio: la vittima muore!

Si tratta di un evento eccezionale (anche in un episodio di He-Man c'era una storia simile, ma con un lieto fine), la morte dell'adolescente, cruda e drammatica, ha una forza rara che rimane impressa. Non ci viene mostrato il suo corpo, solo le mani protese in avanti, forse a cercare aiuto, forse segno di paura e follia.

Il suo amico, al vederlo, ha perfino un collasso.

"è troppo tardi", dice lo sceriffo prima che la madre della vittima scoppi in lacrime.

Dopo l'episodio, com'è tradizione, il protagonista ci spiega la morale della puntata, con un'ambientazione insolita: il cimitero, dove svetta la tomba della vittima.

L'episodio era dedicato alla memoria di Raymond Amada, di cui purtroppo non ho trovato notizie.

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