La gelosia non è un attenuante

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Proprio oggi ho letto dell'ennesimo caso di femminicidio giustificato da un "raptus di gelosia", anzi, no, in questo caso si è trattata di "una soverchiante tempesta emotiva e passionale", come si è espressa la perizia psichiatrica: tanti bei paroloni per dire la stessa cosa.

Grazie a questa giustificazione infame, l'assassino Michele Castaldo è stato condannato a soli 16 anni per l'omicidio di Olga Matei, una donna di origini moldave, madre di una ragazza di 16 anni e divorziata dal marito.

Dall'articolo (link sotto):

"Lo stesso Castaldo raccontò l'aggressione «Ho perso la testa perché lei non voleva più stare con me. Le ho detto che doveva essere mia e di nessun altro. L'ho stretta al collo e l'ho strangolata»."

Link: 

Questo è uno degli effetti della continua e malsana propaganda che ci trasmette una visione distorta e ignobile del femminicidio, volendo sempre a tutti i costi trovare una giustificazione per il gesto dell'assassino.

Ecco perché trovo che sia importante condividere con voi un articolo che mi ha segnalato Lady R: "Violenza sulle donne: le 10 cose da non dire (e non scrivere) mai".


Link:


Dall'articolo:

"Violenza sulle donne: il decalogo con le parole da non utilizzare

1) Amore malato

2) Raptus

3) Lei lo tradiva

4) Se l'è cercata

5) Perché lei non lo ha lasciato?

6) Era un bravo ragazzo, un padre buono

7) Follia

8) Le informazioni su come lei era vestita

9) I particolari raccapriccianti

10) L'indicazione sul tipo di ferite."

Ripetiamolo ancora, in modo che sia chiaro: una spiegazione del movente dell'assassino non è automaticamente una giustificazione, anzi, se il movente è la gelosia, la possessività o la misoginia, dovrebbe essere un'aggravante!

- Evgenij

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