Festival di Sanremo

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Ciao a tutti, oggi è FearTear che vi parla.

In questi giorni in cui si svolge il Festival di Sanremo continua a tenere banco l'argomento riguardo l'esclusione di una certa canzone, "Caramelle" di Pierdavide Carone e i Dear Jack, che tratta il tema della pedofilia.

Tantissimi artisti si sono schierati a favore della canzone e degli artisti, denigrando il direttore artistico Claudio Baglioni per non averla ammessa alla competizione.

Striscia La Notizia ha consegnato il tapiro d'oro ai cantanti.

Massimo Giletti li ha invitati a cantare alla sua trasmissione.

Lodi a profusione, critiche a Baglioni, eccetera eccetera.

In tutto questo... sono solo io a pensare che tutti quanti abbiano finito per vedere il dito al posto della luna?

Mi spiego. La pedofilia è un argomento purtroppo sempre attuale, anche se nell'ultimo periodo i temi più discussi sono altri. C'era un disperato bisogno che qualcuno tornasse a denunciare la pedofilia, e farlo attraverso una canzone era il modo perfetto.

Però, io ho avuto l'impressione che anche in questo caso il tema della pedofilia sia passato in secondo, se non addirittura in terzo piano! Di questa vicenda gli argomenti più discussi sono i complimenti ai buoni e bravi Carone e Dear Jack e del brutto e cattivo Baglioni che non ha loro permesso di esibirsi sul palco dell'Ariston.

Dell'argomento di cui si parla nella canzone non parla quasi nessuno. Correggetemi se sbaglio, ma non mi pare di aver avvertito un incremento delle denunce ai pedofili, non mi pare di aver sentito qualcuno raccontare pubblicamente la sua vicenda personale e con coraggio fare il nome dell'orco da cui è stato maltrattato.

In sintesi, le vere intenzioni della canzone "Caramelle" si sono perse. Non è più una denuncia alla pedofilia, ma una denuncia alla presunta censura di Sanremo. Le radio non la trasmettono più per far passare il messaggio originale, ma come semplice sberleffo a Baglioni.

Ed è un peccato.

...inoltre -questa che segue è un'opinione totalmente personale e siete liberi di non essere d'accordo- nemmeno la canzone in sé mi sembra poi così tanto ben fatta.

In sostanza, in "Caramelle" vengono raccontate due storie, sottoforma rispettivamente di tema delle elementari e di diario, da parte di due vittime di violenza, un bambino (Marco) e un'adolescente (Marika).

L'idea è buona, buonissima, per carità, ma realizzata male sia dal lato tecnico che da quello dei contenuti.

Per quanto riguarda il lato tecnico:

-siccome i cantanti sono due, è lecito aspettarsi che si distribuiscano i ruoli (i Dear Jack cantano la prima storia, Carone la seconda, e insieme il ritornello)... invece, si alternano nelle strofe, ottenendo così il risultato che Marco e Marika all'improvviso cambiano voce a metà dei loro racconti;

-il ritornello è diviso in due parti -la prima parte costituita dalle parole adescatrici del pedofilo, la seconda da quelle della vittima-, ma al semplice ascolto è difficile capire chi dei due personaggi stia dicendo cosa;

-sempre a proposito del ritornello, non ha senso che chi parla improvvisamente si rivolga al suo molestatore in seconda persona ("mentre PRENDI la mia pelle...") mentre prima ne ha parlato in terza ("uno strano sconosciuto prima mi ha guardato e poi si è avvicinato...", "fortuna che un signore mi ha chiesto un passaggio...").

Per quanto riguarda i contenuti, è ancora peggio. Siccome entrambe le storie condividono lo stesso ritornello, si ottiene l'effetto di "fare di tutta l'erba un fascio" e dare l'idea che tutte le giovani vittime di violenza sessuale reagiscano allo stesso modo, ovvero:

-stare in silenzio e sopportare la violenza pensando ad altro ("nel mio silenzio il ricordo di cose più belle, il colore delle stelle...");

-accettare il proprio destino, dare per scontato che il proprio violentatore sia obbligato a fare ciò che fa e rassicurarlo che non sarà denunciato ("ti prego fa' in fretta CIÒ CHE DEVI FARE..."; "ti giuro non avrò niente da raccontare...").

Certo, la paura della vittima viene comunque esplicitata ("ti prego fallo in fretta senza farmi male..."; "però fa' in fretta così torno a respirare"), ma non accentuata abbastanza.

Una vittima di pedofili può rassegnarsi al proprio destino e assecondare la violenza, è credibilissimo, per carità. Ma personalmente mi da fastidio che in questa canzone non venga detta anche l'altra frase, la prima che dovrebbe venire in mente di fronte a una violenza: "ti prego, NON FARLO".

Infine, mi turba anche che sia il ritornello "dammi la mano bambino..." che lo special "ti prego fa' in fretta..." vengano ripetuti alla fine della canzone senza essere inseriti in alcun contesto, diventando così parole vuote da canticchiare.

Le parole adescatrici di un pedofilo e le implorazioni di un bambino a non fargli troppo male diventano parole vuote da canticchiare. Pensateci.

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