Insensibilità ai problemi altrui

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Qui è fanwriter91.

Un tipico problema degli adolescenti, ma anche degli adulti, è la mancanza di sensibilità nei confronti dei problemi altrui. Questo è il punto di partenza per molti altri problemi.

Vi racconto una mia esperienza.

Tempo fa sono andato a un corso per aiuto cuoco: ero in un periodo mentalmente orribile (ero nella fase in cui cominci a meditare il suicidio in modo semi-serio, stando alle ricerche quella dopo è pianificarlo seriamente) e non di rado affrontavo periodi di depressione. Ero timido, goffo, impacciato. Qualcuno capì che avevo dei problemi (rendetevi conto che la persona migliore del corso era una fan sfegatata di Mr. Grey, ma lei mi dava supporto morale, mi offriva un passaggio, aveva visto che avevo dei problemi e cercava di aiutarmi) altri mi presero solo per i fondelli, dandomi del rammollito, tra le tante cose (ricordo un "Silvano (di Camerà cafè) è più tosto di te!").

Fate conti che dovetti farmi operare alle gengive, facendomi asportare una parte superiore e impiantandola in quella inferiore (per errori nel lavaggio dei denti c'era un ritiro gengivale).

Vedendomi andare in bagno col collutorio a sciacquarmi la bocca (dovevo tenere puliti dei ferretti a rischio infezione), i miei compagni mi presero in giro. Risulta avvilente quando sei a un passo dal crollo psicologico, devi seguire le istruzioni del dentista e gente di venticinque-trent'anni ti corre dietro, puntandoti il dito contro e ripetendo "colluttorio! Colluttorio! Colluttorio!" anche dieci volte consecutive, per un totale di cinquanta ripetizioni ciascuno in un solo giorno per almeno una settimana. Si piazzavano anche davanti alla porta del bagno, ripetendo la stessa battuta non appena uscivo. Mi ritrovai perfino, nel quaderno, un foglio con un disegnino e la scritta "colluttorio".

Ripeto, età compresa tra i venticinque e i trent'anni. E si sentivano fighi.

Tra i vari compagni di corso avevo pure un ventenne che si vestiva come mio nonno e palese bugiardo compulsivo che si attribuiva le più disparate capacità (come cucinare alle feste del PD, essere maestro di scherma medievale di settimo livello, essere stato fondatore di un club e allenatore di una squadra di rugby che poi è entrata in nazionale, affermò anche di essere "quell'uno su mille che sa improvvisare senza la grande preparazione", e così via.) Sostenne anche di essere destrocardico, ma ricordo bene di averlo visto mettersi la mano a sinistra.

Alla fine, riuscii a risolvere alcuni gravi problemi che avevo e con la collaborazione di un'insegnante sputtanai pubblicamente i miei compagni scemi, sbattendo loro in faccia la loro infantilità. Conclusi il tutto dicendo "e un'ultima cosa... collutorio... SI SCRIVE CON UNA SOLA TI!"

Si calmarono, ma vogliamo veramente che le nuove generazioni vengano su così? Come una manica di trentenni che non sanno capire che uno timido può avere qualche problema e che non è bello umiliarlo e deriderlo, come dei tipi che si sentono fighi a fare i prepotenti, come degli adulti in età da paternità (quando mio fratello maggiore è nato mio padre era più giovane di loro) che si comportano come dei bimbetti scemi delle medie? Dei trentenni che non hanno il minimo rispetto per chi sta male?

Questo è uno dei tanti motivi per cui bisogna sensibilizzare, bisogna parlare dei problemi, affinché chi è rinchiuso nella sua gabbia dorata possa vederli a propria volta.

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