Remake di Aladdin - falso femminismo

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Salve, qui parla Mattheus_EFP .

Pochi giorni fa, mentre giravo sulla pagina Facebook di Impero Disney, ho trovato un post che riportava alcune news sul remake live action di Aladdin previsto per l'anno prossimo che mi hanno lasciato molto perplesso.

Secondo Variety, il live action sarà più femminista del classico animato: "la principessa Jasmine, che nel film del 1992 non aveva altro da fare che aggirarsi senza scopo all'interno del palazzo, in questa versione è un personaggio molto più forte".

L'attrice Naomi Scott, che interpreterà Jasmine nel film, ha aggiunto che "nel remake Jasmine è forte e non ha paura di dire cosa pensa".

Vediamo se ho capito bene... la Disney sta accusando un suo capolavoro del Rinascimento di maschilismo?

Tutte queste affermazioni citate testualmente mi hanno lasciato basito; certo, Jasmine non è Merida, ma ricordo chiaramente che nel film Jasmine:

- pensava e cercava di scappare materialmente da palazzo e da una vita che non la soddisfaceva per niente,

- è riuscita a distrarre Jafar nella battaglia finale,

- ha trattato freddamente i pretendenti arroganti, ed inizialmente anche Aladdin sotto le mentite spoglie del Principe Alì,

- al padre che voleva proporle un matrimonio combinato ha detto: "Padre, io non sopporto di sentirmi costretta. Se mi sposerò, voglio che sia per amore.",

- di fronte ad altri pretendenti ha detto in tondo e chiaro: "Io non sono un trofeo da vincere!".

E mi dite che non è un personaggio forte?

Lo stesso Impero Disney è rimasto perplesso:

"Ora, qui le cose son tre: o loro non hanno mai visto il film animato, o io ho visto un film diverso, oppure il marketing di questi live action è tutta una grossa presa in giro (per usare un eufemismo). A voi la scelta"

Ne ho discusso coi miei due amici e colleghi ed abbiamo concluso che questo NON è femminismo: questa è la degenerazione pop del femminismo, unita ad una invasiva campagna pubblicitaria utile solo per attirare molto pubblico femminile in sala.

Poi magari verrà fuori un bel film, per carità, ma questo è solo marketing.

Una donna che impugna la spada non è automaticamente un'incarnazione del femminismo, ma con questo non vogliamo affatto dire che le donne non hanno il diritto di combattere.

Il punto è: il marketing ha indubbiamente il suo ruolo, ma, se la sottotrama relativa a certi personaggi risulta debole, il sospetto che tale ruolo sia stato preponderante cresce.

Capirei se queste sottili accuse di maschilismo fossero rivolte al film animato con Biancaneve, anche se va contestualizzato all'anno in cui uscì, il 1937, che non è propriamente un anno femminista.

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