Il fascismo è un crimine

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Articolo a cura di Evgenij_Demoni_EFP 


Il 12 dicembre 1969 alle 16:37 una bomba scoppiò nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana, a Milano: 17 persone morirono, e 88 furono ferite. Nella stessa giornata, un'altra bomba fu disinnescata in Piazza della Scala a Milano, e tre bombe esplosero a Roma: all'entrata della Banca Nazionale del Lavoro, davanti all'Altare della Patria e all'ingresso del Museo del Risorgimento. Era l'inizio di quella che fu poi definita la strategia della tensione, ovvero il disegno di gruppi neofascisti che volevano terrorizzare i cittadini e rendere instabili le istituzioni democratiche.

Inizialmente, della strage di piazza Fontana furono incolpati gli anarchici, e in particolare Giuseppe Pinelli e Pietro Valpreda. Pinelli fu fermato il 12 dicembre stesso, venne sottoposto a interrogatorio per tre giorni di fila (oltre le quarantotto ore di durata legale del fermo) e infine precipitò dalla finestra di un ufficio al quarto piano della questura. Numerose inchieste e indagini giornalistiche mostrano come le ricostruzioni ufficiali della polizia furono incoerenti, e come, molto probabilmente, Pinelli non commise suicidio gettandosi dalla finestra, ma venne piuttosto assassinato (agli interessati consiglio di leggere il libro La notte che Pinelli). Valpreda venne arrestato il 16 dicembre in base a una testimonianza poi rivelatasi fallace (sarà assolto solo nel 1981).

Nel corso degli anni, risultò chiaro che una parte dei servizi segreti (cosiddetti deviati) depistarono le indagini, suggerendo esplicitamente la pista anarchica, per coprire cellule terroristiche del movimento neofascista Ordine Nuovo, che si sarebbe poi macchiato anche delle stragi della Questura di Milano (17 maggio 1973) e di Piazza della Loggia a Brescia (28 maggio 1974). Molti dei veri colpevoli scamparono le condanne, come Delfo Zorzi, che vive tranquillamente in Giappone.

La strategia delle stragi durante gli anni di piombo (dal 1969 al 1980 – anno della strage alla stazione di Bologna, 85 morti) mirava a destabilizzare lo Stato in modo da abbattere la democrazia, e, per raggiungere questo scopo, i gruppi terroristici neofascisti, coadiuvati da parte dei servizi segreti e delle forze armate, non esitarono fin dal principio a colpire cittadini comuni.

La prossima volta che qualcuno osa tirare in ballo le "cose buone del fascismo", domandate la ragione di questi morti: un ideale che debba fondarsi sul massacro di persone indifese e innocenti è indegno e infame.

Il fascismo non è un'opinione politica, ma un crimine.

- Evgenij



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