Anna Dovgalyuk e il finto attivismo

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Care lettrici e cari lettori,

Qualche settimana fa, Anna Dovgalyuk, sedicente attivista femminista, si è messa a versare un miscuglio di acqua e candeggina sull'inguine di uomini seduti a gambe aperte nella metropolitana di San Pietroburgo. Tale gesto sarebbe, stando alle sue parole, una protesta contro il "manspreading", ovvero l'atteggiamento maschile di sedersi stravaccati occupando più spazio.

Link:

Ora, se da un lato sedersi stravaccati può essere poco educato, non è certo con un'azione di violenza simile che si risolve la questione!

Inoltre, quel che è peggio è che la notizia è stata riportata dai maggiori quotidiani dicendo che questa sarebbe "un'azione femminista" e che Dovgalyuk stessa sarebbe "una femminista russa".

Come Bossy giornale online femminista che si batte contro discriminazione e stereotipi, ha giustamente sottolineato in un suo post, non è così! Essere femministi significa essere contro la violenza, e in particolare contro la violenza di genere, e queste azioni sono delle violenze che non hanno altro risultato che screditare il vero pensiero femminista!

Link del giornale Bossy:


Post originale di Bossy:

"Anna Dovgalyuk, ventenne russa di San Pietroburgo, è protagonista da qualche giorno di fatti di cronaca estremamente spiacevoli che riguardano la violenza di genere. Lo è dalla parte del carnefice.

Sono infatti più di uno gli episodi che l'hanno vista aggredire sui mezzi pubblici della sua città alcuni individui di sesso maschile, rovesciando sulle loro aree genitali un liquido ottenuto dal miscuglio di acqua e concentrato di candeggina.

A detta della ragazza si tratta di una maniera per protestare il "manspreading" (l'abitudine maschile di sedere in pubblico con le gambe eccessivamente larghe), ampiamente ignorato in Russia, come ogni altro tipo di questione legata alla violenza di genere.

Quel che è in realtà, è proprio una violenza simile, che non può in alcun modo essere giustificata e che non sarà mai costruttiva.

C'è inoltre un problema aggiuntivo, legato al modo in cui questa notizia sta venendo riportata dagli organi di stampa internazionali che ne parlano: la ragazza è spesso chiamata "femminista", talvolta nemmeno si menziona il suo nome. È semplicemente una femminista.

Ebbene, vogliamo dirlo chiaro: no, non lo è.

Non c'è nulla di femminista nel rispondere alla violenza con la violenza.

Per quanto lei possa sostenere, nelle sue dichiarazioni, di lavorare a sostegno della causa della violenza di genere, quello che sta ottenendo è precisamente il contrario; le sue azioni, se fatte coincidere con l'intero movimento, risultano in un grande disservizio a quest'ultimo e nient'altro."

Tuttavia, la faccenda non si è conclusa qui.

In seguito a una fruttuosa (benché animata) discussione sotto il post della nostra pagina Facebook riguardante Anna Dovgalyuk e la sua violenta protesta, siamo tornati a esaminare la questione.

Infatti, il nostro attento lettore Emiliano Lancini ci ha fatto notare che, verosimilmente, quel video non sarebbe altro che una recita: ovvero, gli uomini che si sono beccati l'acqua (senza candeggina o altro) sui pantaloni sarebbero stati degli attori.

Qui il link che è stato inviato a riguardo:


In effetti, Sonja mi aveva detto che questo sospetto stava già circolando sui giornali russi, e abbiamo fatto qualche altra ricerca assieme. Dopo aver controllato vari articoli e pagine in russo, tra i quali un'intervista all'ideatrice della "protesta", Anna Dovgalyuk (Анна Довгалюк), è venuto fuori che:

1) il video è stato realizzato con l'aiuto del cofondatore di una pagina russa di video "My Duck's Vision", che pare legata al Cremlino;

2) due delle "vittime" dell'attacco hanno ammesso di essere attori sulle loro pagine di VKontakte (ВКонтакте), la versione russa di Facebook, pagine che poi sono sparite poco dopo;

3) la donna che si vede nel video non è Anna Dovgalyuk stessa, ma la modella e attrice Maria Rejn (Мария Рейн);

4) Anna Dovgalyuk stessa in un'intervista

link:

afferma di non essere femminista, ma solo "un'attivista", sostiene che il movimento #MeToo sia esagerato (invece buttare acqua e candeggina sui calzoni di gente seduta scomposta va benissimo, visto che lei sostiene che il video è reale...), e ha pubblicato sulla sua pagina di VKontakte una foto della scheda elettorale delle scorse elezioni, con una bella croce sul partito di Putin, Russia Unita.

Giusto per darvi un'idea di quanto le politiche di Putin e del suo partito siano lontane dalle idee femministe, vi ricordiamo che solo l'anno scorso sono state depenalizzate le violenze domestiche in Russia: con la nuova legge, le violenze vengono ritenute reato penale solo se chi le ha commesse è già stato condannato per lo stesso motivo, altrimenti il tutto si risolve con una multa.

Link: 

Come se ciò non bastasse, l'effetto che ha primariamente ottenuto questo video è stato di scatenare nuova furia misogina e antifemminista online. Considerando il fatto che, secondo la propaganda di Putin, essere femminista è di fatto un insulto, tutta questa azione potrebbe forse essere parte di questa stessa propaganda volta a screditare il femminismo?

Non lo sappiamo di preciso, ma il nostro giudizio a riguardo è chiaro:

- se non è stata una recita, resta un gesto di violenza di genere, assolutamente inaccettabile e idiota;

- se è stata una recita, non è solo insensata, ma pure pericolosa per l'erronea rappresentazione che dà del femminismo.

Vi lasciamo altri link, ci dispiace però di non aver trovato nulla in italiano.

Link:

- Sonja ed Evgenij

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