L'importanza del femminismo

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Buongiorno followers. Oggi io, mattheus93, vi pongo un quesito: il femminismo, ormai, non serve più a niente?

Un domanda molto legittima, anche perché tante persone, tra cui parecchie donne, affermano che ormai è inutile.

Cosa causa questa affermazione? In sintesi due motivi indipendenti l'uno dall'altro: la sfiducia pessimistica ("non siamo cambiati per millenni e non cambieremo mai") e la leggerezza utopistica ("le donne occidentali hanno tutti i diritti di cui hanno bisogno, a che serve manifestare/protestare ancora?").

Preciso che è un po' ingiusto sentire molte donne affermare che ormai il femminismo è inutile: tali parole suonano molto ingrate per quelle donne che hanno lottato per far sì che in Italia o altrove il "gentil sesso" avesse pari diritti come gli uomini.

Come mai tante donne (tra cui parecchie ragazzine) odiano le femministe proprio non lo so.

È opportuno ricordare che le donne italiane dal 1946 possono votare, dal 1963 possono essere un magistrato, dal 1970 possono divorziare, dal 1975 non sono più sottoposte al Capo Famiglia, dal 1978 possono abortire, e dal 2012 non c'è più una distinzione giuridica per i loro figli legittimi e illegittimi. Aggiungo che dal 1981 non ci sono più attenuanti giuridiche per chi uccide le donne e dal 1996 lo stupro non è più considerato un'offesa alla morale e basta.

E tutto questo grazie alle femministe! Care donne, prima di dire che le femministe sono inutili, ricordate cosa hanno fatto per voi.

È vero, non sempre c'è parità giuridica. Spesso uomini che commettono stalking, violenze o peggio non pagano come dovrebbero.

Questo è uno dei tanti motivi per cui il femminismo servirà sempre. Anche perché il vero problema della società occidentale non è tanto la legge ma la mentalità.

Guardatevi attorno e ditemi se la nostra società è davvero perfetta.

Ci sono ancora discriminazioni o molestie sul posto di lavoro che se denunciate comportano il licenziamento della donna vittima.

Le donne (anche minorenni) che sono costrette a prostituirsi per necessità o sotto minaccia vengono etichettate con leggerezza assoluta da parte della società benpensante a luride sgualdrine.

Ci sono una valanga di cosiddetti bravi ragazzi che trattano le donne come oggetti, facendo i gentili con loro solo per portarle a letto e poi buttarle via come pile usate chiamandole pure "tr*ie".

O quando si incolpa la vittima nei casi di stupro e femminicidio ("eh, ma se l'è cercata ubriacandosi/vestendosi così"; "eh, chissà cosa gli ha fatto per fargli perdere la pazienza fino all'omicidio"; "la donna che tradisce merita di morire perché ha spezzato il cuore al suo amato").

È ancora diffuso tra ragazzi e ragazze la credenza del "se lui se le fa tutte è un figo, se lei se li fa tutti è una pu**ana".

Per non parlare di tutti quegli imbecilli che corteggiano le prime ragazze "bombabili" che incontrano nelle maniere più inopportune e poi si arrabbiano a un prevedibile rifiuto accusando le donne di essere acide e str*nze perché non gliela vogliono dare.

Corteggiatori, gentili o meno, respinti che affermano che il femminismo sta distruggendo il corteggiamento e che non capiscono che se una donna ti dice di "no" è "no", non "in fondo in fondo ci sto".

Dei tantissimi siti online di incel con migliaia di followers ne vogliamo parlare?

Molte persone, spesso vecchie, spesso donne più o meno mature, affermano che una donna che vuole restare single, o non vuole avere figli, o entrambe le cose sia "un caso disperato", non una persona che sente di stare bene così come sta.

C'è gente che insulta l'adozione con ragionamenti del tipo: "ehi, donna, ti fa schifo avere un figlio tuo e perciò ne vuoi uno usato?".

Bambine che se giocano con giocattoli maschili o si vestono di blu vengono etichettate come "casi clinici dall'identità di genere confusa" oppure "eh, si vede che i suoi genitori volevano un maschio".

O donne che dimostrano poco amore per sé stesse girando a manifestazioni ambientaliste con cartelli recanti il motto "distruggete la mia f*ga, non il pianeta!"

Poi sì, è vero che ci sono casi di donne che uccidono o abusano di uomini, ma sono una minoranza rispetto ai casi di uomini che uccidono/abusano di donne. Questi metri di paragone sono sterili; è un po' come dire che Hitler non era così malvagio perché anche Stalin ha fatto ammazzare milioni di persone.

Esiste poi sempre il problema di molte realtà degli stati più poveri e arretrati del mondo in cui purtroppo la parità dei sessi non è raggiunta nemmeno sulla carta, e anche in questo caso è giusto far sentire la propria voce, fosse anche solo per dimostrare solidarietà o chiedere a governi e organizzazioni internazionali di attivarsi per contrastare il problema.

Un problema non indifferente sta nella sessualizzazione di tutto e tutti sui social, nelle pubblicità, alla portata di adolescenti vergini e arrapati che accedono facilmente a dei porno in cui la donna non è altro che un oggetto. Così come vanno tranquillamente su siti e chat che fomentano qualsiasi loro pulsione sessuale ed aggressiva. Il tutto nell'indifferenza e/o nell'assenza di controllo dei genitori o di chi potrebbe guidarli al meglio.

E sia chiara una cosa: molti usano la parola "femminista" per insultare le donne che desiderano parità sociale e culturale, oppure etichettano le femministe come delle esagitate che odiano a prescindere i maschi, li considerano tutti dei maiali stupratori e perciò vogliono schiavizzarli e/o ucciderli.

Sbagliato: il femminismo NON è questo! È una corrente di pensiero che lotta per la parità e perciò si rivolge anche ai maschi, e ha lo scopo di educare le menti per costruire una più giusta società in cui entrambi i generi hanno pari diritti.

Sì, ci sono le estremiste, ma quelle sono delle misandriche e sbagliano.

Ah, e smettiamola di usare il termine "nazi-femministe": esso non è nato per definire esclusivamente le estremiste, ma per insultare le femministe in generale.

Sembra che la discussione ormai influenzi anche i prodotti della cultura pop impendendo di valutarli oggettivamente. Ad esempio quando esce al cinema un film d'azione con protagoniste donne: se ha successo (tipo Wonder Woman o Capitan Marvel) è considerato "l'ennesimo prodotto nato per il politically correct e per fare contente le nazi-femministe" o che tutti sarebbero andati a vederlo per non essere accusati di maschilismo, mentre se non ha successo (tipo il recente Charlie's Angel) è per colpa dei "maschi che non amano i film d'azione con le donne come protagoniste".

Che fare, allora? Occorre educare i giovani, specialmente nella fase adolescenziale, quando il concetto di sesso inizia ad essere più reale e concreto. Una responsabilità che in primo luogo cade sulle famiglie ma anche sulla scuola e sul mondo che li circonda, dalle semplici pubblicità ai siti a luci rosse. Ci vuole comprensione, insegnamento e capacità di distinguere ciò che deve rimanere online e ciò che è invece la vita reale e la dignità della donna in quanto persona.

Link di alcuni approfondimenti utili sull'argomento:

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