Capitolo 2

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Appena fa il suo ingresso, un gruppo di ragazze sussulta, mentre altre tentano di richiamare la sua attenzione.
Lui, col suo solito sorrisino sul volto, si dirige verso i suoi amici.

"Jace, dove sei stato fino adesso?" Lo saluta un suo amico, con una stretta di mano.
"Una tipa ha voluto farmi un servizietto in bagno." Ride lui, seguito dagli altri.
"Bleah." Commento io, sottovoce.
"Cazzo, non c'è quasi più niente da mangiare!"

Alle sue parole, un sacco di ragazze hanno iniziato ad offrirgli il cibo, nella speranza di poter attaccare bottone.

"Grazie, siete gentilissime, ma non voglio farvi rimanere senza mangiare." Sorride lui.
Il suo solito sorriso beffardo.
Non lo sopporto. Né io né Heric.

"Piuttosto... Allie, posso mangiare con te?" Urla, dall'altra parte della mensa.

Alzo leggermente lo sguardo e vedo tutti gli occhi puntati su di me.

"Ti svegliavi prima!" Sorrido, ironicamente.
"Eddai! Guarda quante cose buone che hai!" Dice, venendo verso il nostro tavolo.

C'è tensione nell'aria, e la stanno sentendo tutti. Heric sembra che stia iniziando a innervosirsi, e l'intera scuola è a conoscenza della rivalità fra Hogan e mio fratello.

Dopo essersi avvicinato al nostro tavolo si siede di fianco a me, mettendomi un braccio intorno al collo.
"Aaa..." Apre la bocca, per farsi imboccare.
Non ho nemmeno il tempo di reagire che mio fratello si è già alzato per allontanarlo da me.

"Sparisci, Hogan. Già ti devo sopportare in campo. Non ho voglia di doverlo fare anche fuori." Sbotta Heric.
Lui soffoca una risata, ignorando la sua minaccia.
"Rilassati, Evans. Ho solo chiesto un piccolo favore alla tua sorellina."
"Per me puoi anche morire di fame." Faccio una smorfia.
"Ah sí? Se non ci sono io... chi farà vincere la partita di sabato?" Ricambia la mia smorfia.
"Mio fratello, ovviamente." Alzo un sopracciglio.
"Allie, non iniziare. Andiamocene." Interviene Heric.

Nel frattempo tutti gli sguardi sono puntati su di noi. Anche se, ormai, le nostre discussioni sono abituali.

"Eh no, Allie. Non iniziare." Gli fa eco Hogan, appoggiando la schiena sulla sedia e i piedi sul tavolo.
Mio fratello, a differenza mia, ha molta più pazienza. Io potrei dire che... non ne ho proprio.

"Ei, Hogan. Hai detto di aver fame?" Chiedo.
"Ti sei decisa ad imboccarmi?"
Sorrido. Per poi prendere una fetta di torta e tirargliela in faccia.

Al mio gesto tutti rimangono a bocca aperta.
Io, invece, sorrido compiaciuta.
"É buona?"
Lui, senza rispondere, si pulisce nella maglietta. Subito dopo prende la mia Coca Cola e me la lancia in faccia, bagnandomi completamente.

"AAH! MA SEI PAZZO?!" Urlo.
"E tu, se mai?! Razza di psicopatica!"
"Questa la paghi, Hogan!" Mio fratello non fa in tempo ad avvicinarsi a lui che io ho già ricominciato a lanciargli tutto il cibo.

In pochi minuti si è creato un completo disastro nella mensa. Tanti si allontanano, per evitare di essere sporcati. Altri si avvicinano, per assistere meglio alla scena.
La mensa è completamente ricoperta di cibo, così come i nostri vestiti.

"COSA STA SUCCEDENDO QUA?!"
Ci fermiamo tutti di colpo, girandoci verso la direzione da cui proviene la voce.
Ok, siamo nei guai.

"Ehm... buongiorno, Preside." Sussurro.
Una donna alta, vestita di tutto punto, si avvicina a noi.
Hogan sembra tranquillo. In fondo, per lui, è normale mettersi nei guai.
Guardando come siamo conciati, la Preside deve aver subito capito che è stata tutta opera nostra.

"Voi due. Nel mio ufficio. Immediatamente."

Perfetto!

Mio fratello fa per seguirmi, ma viene bloccato.
"Evans, stanne fuori. So benissimo che non sei stato tu a causare tutto ciò. Tua sorella e il signorino Hogan, invece, pagheranno per ciò che hanno commesso."

Heric, combattuto, torna indietro. Mentre noi ci dirigiamo nell'ufficio della Preside.

"Che cosa vi é saltato in mente?!"
"Ha iniziato lui."
"Ha iniziato lei."

Lei ci guarda in cagnesco.

"Non mi interessa chi ha iniziato! Per tutto questo riceverete una punizione!"
"No! La prego, Preside! Non voglio essere bocciata! O addirittura espulsa! I miei genitori mi ammazzerebbero!" Inizio a far finta di piangere, mettendomi in ginocchio, nella speranza di farle pena.
"Ridicola." Commenta Hogan.
"Rialzati, Evans. E smettila con le tue solite bambinate. Dovresti prendere esempio da tuo fratello. Tante volte mi chiedo come possiate essere gemelli."

Io, lentamente, mi rialzo, fulminando Hogan con lo sguardo. Mentre lui soffoca un'altra risata.

"Se potessi farvi saltare le lezioni, vi farei ripulire tutto il casino che avete combinato. Ma siccome non posso e tutto quello schifo dev'essere tolto assolutamente, mi toccherà pensare ad altro." Alita sugli occhiali, per poi pulirli con un panno.
"Ci sono!" Esclama, rimettendoli addosso. "Il nostro allenatore di nuoto è in malattia, e la piscina dev'essere messa in ordine. Dopo le lezioni, andrete a dare una bella sistemata." Sorride, ironicamente.
"Ma... Preside, sabato c'è la partita e-"
"Hogan, non mi interessa. Se per un pomeriggio non ti alleni non penso che succeda qualcosa." Ci guarda da sopra gli occhiali.
"Vi do il permesso di andare a farvi una doccia. Dopodiché andate a lezione. Ah, domani, quando torno, mi assicurerò che voi abbiate svolto il lavoro richiesto. Buona giornata." Sorride, andandosene.

Il Peggior Nemico di Mio FratelloWhere stories live. Discover now