Capitolo 50

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Dopo pochi minuti di strada Nate ferma la macchina in una piccola via.

"Siamo arrivati, qua c'è casa mia." Si lascia andare completamente sul sedile, per poi girarsi verso la direzione di Jace.
Io faccio lo stesso e mi fermo a guardarlo: è ormai caduto in un sonno profondo. Il suo viso sembra così tranquillo... se lo vedessi ora per la prima volta non riuscirei a immaginare la scena di poco fa... sembrerà anche un angioletto quando dorme, ma da sveglio sa essere il più grande stronzo di tutti i tempi.

"Forza, razza di idiota! Svegliati o ti lascio dormire in macchina al freddo!" Nate inizia a dare delle leggere pacche sulla gamba di Jace per svegliarlo.
"Mhh..."
"Oh, ma buongiorno principessa! Vedi di alzare quel culo!" Continua, scendendo dalla macchina per poi aprire la sua portiera.
"Dove cazzo siamo..." Jace apre lentamente gli occhi, guardandosi attorno con aria assonnata.
"A casa mia."
"Perché...?" Si lamenta.
"Perché se tua sorella ti vede così avrebbe tutte le ragioni del mondo per spaccarti la faccia. Muoviti."

Ok, Nate è veramente nervoso. Non lo avevo mai sentito parlare in questo modo.
Ma d'altronde penso che sia molto preoccupato per lui... ha detto che non si riduceva così dalla morte dei suoi genitori... deve aver sofferto tanto...

Jace non sembra intenzionato ad uscire dalla macchina e ho come la sensazione che non si sia nemmeno accorto della mia presenza.
Quando scendo mi affianco a Nate, per aiutarlo ad afferrare Jace che fa ancora fatica a reggersi in piedi.
"E tu cosa ci fai qua...?" Mi chiede in modo brusco e con la voce ancora da ubriaco.
"Sto tentando di aiutare Nate, per colpa tua, stupido." Sbotto, mentre io e Nate lo prendiamo come avevamo fatto davanti al locale.
"Non ti voglio, vattene..." Tenta di allontanarmi, ma senza successo dal momento che è praticamente senza forze.
"Coglione, se non fosse stato per Alison ora saresti ancora sdraiato per terra!" Urla Nate, aprendo la porta del piccolo palazzo in cui abita.
Jace, però, non reagisce. Accenna solo un piccolo ghigno, oltrepassando l'ingresso.
Appena entrati troviamo delle scale alla nostra sinistra e un piccolo ascensore sulla destra.
Nate si avvicina a quest'ultimo per chiamarlo e una volta dentro preme sul tasto "3", che sembrerebbe essere anche l'ultimo piano.
Quando la porta si apre troviamo davanti a noi una porta marrone.
Nate tira fuori le sue chiavi e la apre.
Una volta dentro entriamo in un piccolo salottino dalle pareti verde chiaro, con una finestra bianca. Al centro c'è un divano bianco e una televisione sopra a un mobile nero.

"Sdraiati." Dice secco Nate, lasciando cadere Jace sul divano a peso morto.
Per un momento si ferma a guardarlo, sospirando.
"Deve solo far passare la sbornia." Dice.
"Credo di sì..." Non so bene cosa dire, sono solo... preoccupata per quello stupido...
Poco dopo Nate sposta il suo sguardo sul mio.
"Grazie, veramente." Mi sorride.
"Eh? D-di cosa? Non ho fatto proprio nulla..." Dico, imbarazzata.
"E invece sì, credimi. Mi dispiace se mi hai visto reagire un po' male... non lo vedevo così da un po' di anni e mi sono preoccupato... mi sono tornati in mente brutti ricordi... spero di scoprire domani cosa gli sia passato per la testa..." Dice, sottovoce.
"Già... spero non gli sia successo nulla di grave..." Mi sento come impotente.
Vorrei poter fare qualcosa per loro. Ma non saprei neanche cosa...
"Io vado a fare una doccia, tu hai bisogno di qualcosa? Ti serve un passaggio per tornare a casa?" Chiede, col suo solito tono gentile.
"Ehm... in realtà sarei dovuta rimanere a dormire con le mie amiche..."
"Non c'è problema, puoi stare qua. Qualunque cosa ti serva prendila pure, fa' come se fossi a casa tua." Mi rivolge un sorriso sincero toccandomi leggermente la spalla.
"Grazie mille." Ricambio io.
Appena Nate chiude la porta del bagno tolgo i tacchi.
"Finalmente...! Ah, i miei piedi..." Sospiro, lasciandomi cadere sul divano.
Sposto il mio sguardo su Jace, sdraiato a pancia in su, con un braccio sulla fronte.
Come fa ad essere tanto bello quanto stronzo...?!

"Dormi con quel vestito...?" Sento una voce sussurrare.
"Eh? Sei sveglio?"
"Sì... mi gira la testa, faccio fatica a dormire..."
"Vuoi un'aspirina?" Dico, alzandomi dal divano, ma lui mi blocca subito da un polso.
"Mh? Cosa?" Gli chiedo, confusa.
"Voglio un'altra cosa..."
"Cioè-"
Ad un tratto mi sento tirare e cado sopra il divano, di fianco a lui.
"Stai con me... solo per stanotte..." Sussurra, tirandomi a sé, per stringermi tra le sue braccia.
"J-Jace, sei ubriaco..." Sento il mio cuore battere veloce, come mai prima d'ora.
"Lo so, ed è colpa tua." Dice, stringendomi ancora di più sul suo petto.
"Co-colpa mia?! E perché dovrebb-"
"Zitta e dormi, mi fa male la testa."

Nonostante odi i suoi toni, sto zitta.
Stanotte non voglio contestare nulla.
Voglio solo stare con lui, tra le sue braccia.

Solo per questa notte.

Il Peggior Nemico di Mio FratelloWhere stories live. Discover now