Capitolo 40

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Mentre superiamo il cancello della scuola, regna il silenzio.
Non mi riconosco nemmeno più. A quest'ora dovremmo già star litigando, conoscendoci. Ma adesso non ne ho proprio voglia.
In questi giorni sembra che tutto il mondo sia contro di me. Heric non mi rivolge la parola, se non per rimproverarmi, e ora ci mancavano solo Samantha e Katie. Non mi sarei mai aspettata questo comportamento da parte loro: le mie migliori amiche. Posso ancora considerarle tali?

"A cosa pensi?"
Jace mi risveglia dai miei pensieri, e mi accorgo di essere già abbastanza lontana dalla scuola.
"A niente." Dico, mantenendo lo sguardo basso.
Lui non risponde, si blocca solo, girandosi verso di me. Ora siamo faccia a faccia.
"A niente?" Fa eco.
"Niente." Insisto io.
Lui sospira.
"Senti, ragazzina. Non ti riconosco più. Dov'è finita la Alison testarda e combattiva? Veramente sei così giù di morale per le tue amiche? Le consideri amiche, quelle?!"
"Tu non sai nulla, quindi vedi di farti gli affari tuoi!" Tento di liberarmi dalla sua presa, ma lui me lo impedisce, rimanendo impassibile. Beh, d'altronde cosa posso fare in confronto alla sua forza?
"La smetti di fare la bambina? Per una volta sto tentando di aiutarti!"
"Jace, non ho bisogno del tuo aiuto, dal momento che la causa dei miei problemi sei proprio tu!" Urlo, senza pensare.

In quel momento, cala un silenzio pesante. Gli occhi di Jace, freddi come il ghiaccio, sono fissi sui miei.
"Scusa, non intendevo..."
"Lascia stare." Fa per andarsene, ma lo blocco da un braccio.
"No, davvero! Non intendevo dire questo!"
"E cosa, allora?" Sbotta, tornando a guardarmi dall'alto verso il basso.
"Non... non lo so... mi è scappato..." Ormai non so cosa inventarmi, per colpa del nervoso ho parlato senza pensare.
"Sai cosa c'è, Alison? Che non crescerai mai se continui a rimanere vincolata a tuo fratello."
"C-cioè?" Non capisco cosa voglia dire.
"Cioè che dovresti iniziare a fargli capire che sei grande abbastanza da decidere chi frequentare o meno. Da quel che vedo è amico di Rossana, nonostante come ti tratta. Questo perché vuole sempre avere il controllo su di te."
"Heric è solo protettivo nei miei confron-"
"Sí, sí. Continua a vivere nella convinzione che la realtà sia questa. Resta di fatto che, se continui così, un giorno ti farai suora." Si gira nuovamente, per andarsene, ma pochi passi dopo, si riblocca.
"Ah, e per quanto riguarda le tue amiche... evita di dirmi che non ne so nulla. So riconoscere i veri amici da quelli falsi, ne ho passate di tutti i colori, per colpa di certi bastardi." Dice, andandosene. E stavolta, sul serio.



"Tesoro! Che fine hai fatto?! Ho saputo dai professori che non ti sei presentata alle lezioni!" Non faccio in tempo a mettere piede in casa che mia madre inizia a farmi mille domande!
"Mamma, sono un po' stanca, ne parliamo più tardi, mentre ceniamo." Sorrido falsamente, nella speranza di farla calmare.
"No! Adesso fammi capire dove hai passato tutta la giornata! Sono le 19.30! E non hai risposto nemmeno alle mie chiamate! Mi hai fatto preoccupare! Anche Heric-"
"Mamma."
Appena la nomino, si calma. Sentir pronunciare il nome di mio fratello mi fa salire ancora più il nervoso.
Ho passato l'intero pomeriggio a pensare a ciò che mi ha detto Jace. E ho paura che, per stavolta, abbia ragione.
"Va bene, non farò più domande... basta solo che la prossima volta tu mi faccia sapere dove sei..." Dice, con lo sguardo triste e preoccupato.
"Lo farò. Adesso salgo in camera a cambiarmi." Le do un veloce bacio, per poi salire le scale.

Appena entro in camera, sento le gambe cedermi. Ho un immenso nodo alla gola, e ho bisogno di sfogarmi.
Non faccio nemmeno in tempo a rendermene conto, che le mie guance sono già rigate dalle lacrime.
Penso di aver perso la fiducia di tutti, ormai.
Heric.
Sam e Katie.
E ora anche lui, Jace...
Non so nemmeno io perché mi sento in questo modo. Dovrei essere dispiaciuta più per mio fratello e le mie amiche, ma perché mi è bastata litigare in modo serio con lui, per ridurmi così? Non siamo mai andati d'accordo, ma sento come se avessi perso un amico... è possibile che stessimo iniziando a stringere un rapporto d'amicizia...?

"Posso...?" Sento la porta della camera aprirsi leggermente, e dietro di essa vedo dei capelli biondi e due occhi verdi.
"Sì..." Sussurro, asciugando velocemente il viso.
Heric si siede sul letto, di fianco a me.
"Sono stato troppo duro in questi giorni... mi dispiace..." Dice, abbracciandomi.
Stando fra le sue braccia sento un calore familiare, che non sentivo ormai da parecchi giorni.
"Non voglio vederti piangere e stare male."
"Tranquillo, è solo un momento. Passerà." Mi allontano da lui, rimettendomi dritta.
Lui rimane fermo a guardarmi, senza dire nulla.
"Ti ricordi quando eravamo piccoli e avevamo la cameretta assieme?" Chiede, tutto a un tratto.
"Sì..."
"Ecco. E ti ricordi quando abbiamo iniziato a crescere e mamma e papà hanno deciso di separarci in due stanze diverse?"
"Sì..."
"Mi ricordo... che tu non volevi. Ti eri messa a piangere perché non volevi che ci separassimo. Ma poi io ti ho detto che questo non ci avrebbe divisi, anzi: ti ho promesso che io per te ci sarei sempre stato. Ricordi?"
Annuisco, senza dire nulla.
"Beh, ho sempre tentato di mantenere la mia promessa. Ma forse l'ho fatto troppo eccessivamente. Negli ultimi tempi ho visto che stai iniziando a prenderti delle libertà in più che ti stavano mettendo nei guai. Prima con Hogan, e stamattina ho visto cosa stava succedendo con quelle... stupide..."
Fa un attimo di pausa, guardandomi negli occhi. Mi sposta leggermente i capelli dal viso.
"Mi sono preoccupato da morire... Alison, prometto che non ti starò più addosso, ma tu tenta di stare attenta a non finire nei casini. Puoi sempre contare su di me, lo sai."

Le sue parole sono state di conforto. Penso che ciò che stesse tentando di farmi capire oggi Jace, lo abbia capito anche Heric.
"Lo so, grazie." Sorrido leggermente. Lui ricambia arruffandomi dolcemente i capelli.
"Ti chiedo solo un favore." Aggiunge, andando verso la porta.
Io lo guardo, aspettando di sentire la sua richiesta.
"Stai lontana da Hogan."
Alle sue parole il mio cuore perde un battito.
"Ma... mi hai appena detto-"
"Lo so, ma con lui non vale. Credimi, è una persona da cui devi stare lontana. Lo dico per te." Sorride, tornando in camera sua.

Rimango seduta sul mio letto, confusa.
Perché dovrei evitare l'unica persona che ha tentato di farmi ragionare su tante cose...?
Non so perché, ma non credo di poter fare questo favore a mio fratello...

Il Peggior Nemico di Mio FratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora