Capitolo 51

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Apro lentamente gli occhi, accecati dalla luce proveniente dalla finestra del salotto.
Sto per tirarmi su, ma qualcosa, o meglio qualcuno me lo impedisce.
Il braccio destro di Jace mi cinge completamente la vita, tenendomi stretta al suo petto muscoloso.
Quando lo guardo rimango in fissa sul suo bel viso dai lineamenti perfetti: gli occhi serrati, le labbra leggermente socchiuse e i capelli ancora arruffati. È bellissimo.
Sento un piccolo brivido sulle gambe e mi accorgo che indosso ancora il vestitino di ieri sera, ma devo prendere il coraggio di alzarmi dal divano. Non posso fare altrimenti.
Scosto leggermente il braccio di Jace facendo attenzione a non svegliarlo, per poi alzarmi dal divano.
Sto per dirigermi in cucina, ma un biglietto con scritto in grande "PER ALISON" attira la mia attenzione.

Sono andato a lavoro, mi dispiace non poter stare con voi stamattina. Torno presto, ma se avete fame ho lasciato un po' di roba in frigo e se vi servono vestiti di ricambio ci sono sia i miei, sia quelli di Jace nell'armadio.
Fate i bravi! ;)
Nate

A lavoro? Chi va a lavoro di mattina... la domenica? Dev'essere orribile!
Sposto lo sguardo su Jace, che sta ancora dormendo profondamente. Ho paura che quando si sveglierà avrà un bel mal di testa.
Forse sarebbe meglio preparargli qualcosa da mangiare per colazione, in fondo sono solo le 9.47.

Mi dirigo in cucina e guardo dentro al frigo: ci sono delle uova e dei pancake, posso fare benissimo questi.

Una volta finito di preparare prendo la mia pouchette e vado in bagno.
Mi lavo denti e faccia, raccolgo i capelli in una crocchia spettinata e aggiungo un po' di correttore e mascara per riaccendere un po' il mio sguardo ancora assonnato.
Di certo non posso stare con questo vestito... ma cosa posso mettermi?
Mi dirigo verso l'unica camera con la porta chiusa che rivela essersi quella di Nate.
È piccola ma ben in ordine. Le pareti bianche, come la scrivania e l'armadio. Mi avvicino a quest'ultimo e apro le ante, nella speranza di trovare qualcosa di decente da mettermi.

"Che stai facendo...?" La voce di Jace mi prende alla sprovvista.
Quando guardo verso la direzione della porta lo trovo appoggiati allo stipite con le braccia conserte. Si è sbottonato la camicia di almeno altri due bottoni e il suo sguardo assonnato mi fa perdere il fiato.
"Oh, ehm... sto cercando qualcosa da mettermi..." Dico, nervosa.
"Mh... fammi vedere." Si avvicina a me, passandosi una mano sul viso probabilmente per svegliarsi. Arrivati davanti all'armadio si abbassa per cercare qualcosa in basso. Poco dopo tira fuori una maglione nero e una tuta grigia.

"Tieni, sono miei. Almeno mi ricordo di riportarli a casa. Quando venivo a dormire da Nate dimenticavo sempre alcuni vestiti." Me li passa, sbadigliando.
"G-grazie..."
Appena li afferro torna verso la porta.
"Ho preparato la colazione."
"Cambiati, la facciamo assieme."
Chiude la porta alle sue spalle, lasciandomi sola nella stanza.
Mi cambio velocemente e, come immaginavo, i vestiti mi stanno enormi... ma almeno mi mantengono calda.
Sento il profumo di Jace su di me. È un profumo dolce e fresco.

Appena entro in cucina lo vedo seduto sulla sedia, con la testa leggermente inclinata verso il basso e una mano sulla fronte.
"Stai male...?" Chiedo titubante, sedendomi di fronte a lui.
"Mi fa male la testa."
"Dovrei avere un'aspirina nella mia borsa." Quando la prendo gliela porgo, versandogli un bicchiere d'acqua.
"Prendila, poi mangia qualcosa. Hai bisogno di forze."
"Grazie."
Lo osservo mandare giù l'acqua e rimango di nuovo incantata. Il suo collo, le sue mani grandi, le sue spalle larghe...

No, Alison!
Basta fantasticare!
Ricorda ciò che ti ha detto... dimentica quel bacio! Dimenticalo!

Il resto della colazione la facciamo in silenzio, uno di quei silenzi imbarazzanti che ci sono stati altre volte, tra noi.
"Ho- ho fatto pace con le mie amiche!" Esclamo dal nulla, per avviare una conversazione.
"Mh."

Wow. Grazie Jace, per esserne molto partecipe, razza di idiota...!

"Mi hanno detto che... che... insomma, sei andato a parlarle..." Dico, nervosa.
"Sì."
Sto iniziando a perdere la pazienza. Potrebbe sforzarsi di dire qualcosa in più!
"Posso sapere perché l'hai fatto...?"
"Così." Continua a tenere lo sguardo basso, per evitare il mio e continuare la sua colazione.
Ok, l'ho persa.
"Cosa vorrebbe dire...?! Jace! Mi hai trattato come una delle tue..." Non riesco a finire la frase, dalla nausea che sto provando in questo momento.
Sento il cuore a pezzi. Come se qualcosa l'avesse preso e stritolato, mandandolo in frantumi. E ho paura che quel qualcuno... sia proprio qui, davanti a me.

Jace sbatte all'improvviso la forchetta sul tavolo, creando un forte rumore fastidioso che mi fa perdere un battito.
"Alison! Hai fatto pace con le tue amiche, giusto? Allora vedi di non starmi più addosso!" Dice duro, guardandomi con i suoi occhi color ghiaccio per poi uscire dalla cucina.
Faccio un salto giù dalla sedia e lo seguo.
"Non devo starti più addosso?! Nel frattempo, se non fosse per me, stanotte saresti da solo per strada!" Urlo, senza contenermi.
"Se tu non ti fossi presentata in quel posto, io non mi sarei mai ridotto in quel modo, stupida!"
"Ah, adesso sarebbe colpa mia se tu vai in giro ad ubriacarti?!" Sento la rabbia scorrermi tra le vene.
"É possibile che tu non l'abbia ancora capito?!" Urla, avvicinandosi leggermente.
"Capito, cosa?!" Sono esasperata, perché deve parlare in codice?!
"Che mi-"

All'improvviso la porta di casa si spalanca, bloccando la nostra discussione.

"Ho interrotto qualcosa...?" Nate appare sulla soglia, con delle buste in mano.
"No, proprio nulla." Dice secco Jace, prendendo il cellulare per poi uscire, sbattendo la porta alle sue spalle.
"Che... che è successo?" Chiede cauto, appoggiando le sue cose sul tavolino del salotto.
"Solito."
"Avete discusso di nuovo?"
"Come sempre..."

Già, come sempre.
Il problema è che queste discussioni sono diverse da quelle di un tempo...

Queste... fanno male...

Il Peggior Nemico di Mio FratelloWhere stories live. Discover now