Capitolo 117

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Sono passate ormai due settimane da quando io e Jace abbiamo risolto tutte le nostre questioni. Ma soprattutto da quando Rossana e Debora non si sono più fatte vive davanti a noi, neanche per sbaglio.

"Facciamo qualcosa stasera?" Domando a Jace, mentre aspettiamo il pullman.
"Stasera?"
"Sì, è sabato!"

Lui rimane un attimo in silenzio, per poi lanciarsi un'occhiata con mio fratello.

"Non devi uscire con le tue amiche?"
"Mh, no. Cioè, le ho detto che probabilmente facevo qualcosa con te."
Jace non risponde, ancora. Si passa una mano tra i capelli e inizia ad usare il cellulare.
"Non so, Allie. Oggi sono un po' stanco, magari ci possiamo vedere pomeriggio, ti va?"
"Stanco? Ma se in questi giorni sei più iperattivo del solito." Tento di ridere, per alleggerire la situazione e non sembrare troppo pesante.
"È proprio perché ero così iperattivo che sono stanco. Diglielo anche tu, Her!" Si rivolge a mio fratello.
"Io? Cosa dovrei dirgli?" Heric alza lo sguardo dal cellulare, per guardarci.
"Che gli allenamenti questa settimana sono stati pesanti!"
Heric lo guarda un attimo, per poi aprire bocca.
"Oh, ehm, sì! Infatti anch'io ho un po' di male alle spalle!" Esclama, massaggiandosele.

Io li osservo un attimo, e qualcosa non mi torna.

"Boh, ok." Mi siedo sul marciapiede, per evitare di continuare la conversazione.
Rimango seduta, ma neanche dieci secondi dopo vengono entrambi a sedersi al mio fianco.
"Eddai, piccola. Ti prometto che ci vediamo lo stesso." Jace mi accarezza dolcemente una guancia, con un'espressione dolce sul viso.
"No, tranquillo. Se sei stanco riposati."

Lo ammetto, sono leggermente nervosa ma non mi va di litigarci.
In queste due ultime settimane siamo riusciti a non litigare, anzi è andato tutto stupendamente.
L'unica cosa che mi dá fastidio è che da quando ho iniziato a chiedergli, tre giorni fa, che cosa potessimo fare questo weekend mi ha sempre risposto in modo vago. E oggi se ne esce che è stanco!
Non si è mai comportato in questo modo.

"Dai, non ti arrabbiare." Continua a mettersi di fronte a me, ma io giro a mia volta la testa per non guardarlo.
Anche perché lo so: se lo guardassi mi lascerei addolcire dalla sua espressione e dai suoi occhi azzurri. Mi conosco troppo bene.
"Mi sa che stavolta l'hai fatta arrabbiare, Jace. Mi dispiace." Heric soffoca una risata, prendendo in giro, mente lui gli fa un ghigno.

Per fortuna arriva il nostro pullman, e siamo costretti ad alzarci, e quindi anche a bloccare la conversazione.
Una volta saliti, loro due si fanno spazio tra la folla, prendendosi i sedili in fondo.

"Hogan, Evans! Riuscite a tenermi un posto?" Sento la voce di un ragazzo in squadra con loro provenire dalla parte anteriore. E se non sbaglio è uno del terzo anno come Jace.
"Mi spiace, Will! Ma ne abbiamo preso solo uno ed è per Alison!" Urla Jace, attirando l'attenzione dell'intero bus su di se. Tant'è che praticamente tutte le ragazze si sono fermate a fissare sia lui che mio fratello.

Che cavolo hanno da guardare...?!

Mi siedo in mezzo a loro, fulminandole tutte con lo sguardo.

"Cazzo. Va beh, grazie lo stesso!"
"Magari se la prossima volta non sbagli a tirare te lo teniamo!" Dice stavolta Heric, scherzando.
"Evans, la prossima volta le prendi!" Ride imbarazzato il loro amico, aggrappandosi ad un palo e facendo scoppiare a ridere sia mio fratello che Jace.

Pochi minuti dopo siamo quasi arrivati di fronte alla nostra fermata.
Jace si avvicina a me, per darmi un veloce ma dolce bacio a stampo, visto che lui deve scendere alla prossima.
"Ci sentiamo dopo." Mi sorride.
"Come vuoi." Dico fredda.
"Alison..." Lo sento sbuffare.

Mi alzo ancora leggermente scocciata, e le stesse ragazze di prima ci fissano.
Uff, che rompi palle queste qua... cosa sperano? Di vederci litigare e lasciarci?!

Mi giro verso Jace, che sta salutando mio fratello con una stretta di mano, e mi avvicino per baciarlo un po' più dolcemente rispetto a prima.
Ecco, così quelle oche magari capiscono qual è il loro posto.

L'ho colto alla sprovvista, ma chiude gli occhi stando al bacio.
"E questo?" Mi sussurra sorridendo, una volta che mi sono allontanata.
Sento gli sguardi su di noi.
"È solo per mettere a bada certe galline, ma sono ancora arrabbiata." Ricambio il sorriso, ma in modo ironico. E soprattutto sussurro, in modo tale che quelle non sentano che stiamo discutendo.
"Beh, se per avere dei baci devo farti ingelosire-"
"Non ci provare. O ti ammazzo." Lo minaccio, una volta che capisco le sue intenzioni.
Lui mi scoppia a ridere in faccia.
Con quel sorriso che mi fa perdere il fiato.
"Non vorrei interrompervi, ma siamo arrivati." Heric, che era già davanti alla porta per scendere, richiama la nostra attenzione, e io scendo gli ultimi due gradini del pullman per raggiungerlo.

Questo si ferma, e io tiro un ultimo sguardo a Jace, seduto comodamente e a gambe aperte.
Dopodiché scendo, fino ad arrivare a casa con mio fratello.

-

Sono ormai le 17.00, e Jace dovrebbe arrivare a momenti.

"Io esco, ci vediamo domani." Heric appare sulla soglia di camera mia, con una semplice tuta nera dell'Adidas.
"Domani?" Domando confusa.
"Sì, forse dormo fuori."
"Ah, da chi?" Mi alzo, per andarlo a salutare con un bacio. Mi tocca alzarmi in punta di piedi, ma per fortuna lui si abbassa leggermente e riesco ad arrivare alla sua guancia.
"Da un mio amico. Ora scappo, o faccio tardi. Fammi sapere se hai bisogno di qualcosa, o se quell'idiota si comporta male." Ride, scendendo agilmente le scale.
"Sì." Sorrido anch'io.

Quell'idiota... Jace, già.

Oggi l'ho invitato a casa mia, dal momento che non ci sono nemmeno i miei.
E poi, se dovesse essere veramente così tanto stanco può sempre dormire nel mio letto.

Passano circa dieci minuti e il citofono suona.
Vado ad aprire e davanti a me trovo Jace con una tuta nera e una felpa dello stesso colore.
"Ciao." Mi sorride, dandomi un altro dolce bacio.
"Ei." Ricambio io.

Per qualche strano motivo, a vederlo così dolce, mi passa pure la voglia di prendermela.
L'unica cosa che voglio è stare con lui: d'altronde alla fine è qua con me.
"Cos'hai lì dietro?" Mi stacco leggermente dai suoi baci, per allungare lo sguardo dietro la sua schiena.
"Eh, no! Non puoi guardare."
"Dai, cos'è?" Insisto, tentando di farlo girare, ma lui si allontana da me ridendo, per non farmi vedere niente.
"Ok, ok. Se mi giuri che non sei più arrabbiata, te lo faccio vedere." Sorride, continuando a tenere le mani indietro.
"Mh, mh... lo sai che detto così non suona molto bene, vero?" Dico in modo provocante, avvicinandomi lentamente.
"Ei, ei... da quando la piccola Evans pensa male?" Sta per baciarmi, ma io faccio uno scatto per prendergli ciò che nasconde.
"Pensi di fregarmi?" Scoppia a ridere, vedendo come ho pienamente mancato il bersaglio.

E ci credo... è alto quanto una torre, e ha le spalle larghe quanto una mia gamba tra un po'!

"Daii, va bene ti giuro che non sono più arrabbiata!" Lo imploro. Ormai sono troppo curiosa.
Lui mi guarda divertito, per poi mostrarmi un piccolo sacchetto di cui riconosco subito la provenienza.
"Mi hai preso il sushi!?" Esclamo felice, andando ad abbracciarlo.
"Non so ancora leggere il cinese, ma dovrebbe esserl-"
"È giapponese, scemo." Ridacchio, baciandolo in tutto il viso.
"Sarà uguale. Ora vieni qui!" Lancia la busta su un mobile della sala e d'improvviso mi sento sollevare dalle gambe.
Io avvolgo le braccia intorno al suo collo per abbracciarlo e stringerlo forte a me.
Inizia a baciarmi dolcemente, alternando qualche sorriso.

A poco a poco avanza, portandomi su fino in camera mia, dove si siede sul letto, tenendomi sopra le sue gambe. O meglio, sopra la sua erezione.

"Direi che il sushi può anche aspettare." Sussurra, continuando a baciarmi.

Il Peggior Nemico di Mio FratelloWhere stories live. Discover now