Capitolo 54

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Rimaniamo in silenzio, davanti a quelle tristi parole incise sulla lapide.
Noto subito i fiori di Scarlett ed Emma, messi accuratamente dentro un vaso bianco.
Jace si siede per terra, a gambe incrociate, con lo sguardo fisso sulle foto dei suoi genitori.
Sua mamma era una donna bellissima: castana, con gli occhi grigi e i lineamenti dolci, e suo papà uguale, ma i suoi capelli erano bruni.

"Non andavo molto d'accordo con mio padre." Sussurra, tutto a un tratto.
"Era molto autoritario, ma mi rendo conto solo ora che tutto ciò che faceva o diceva era solo per il mio bene. Non sono mai stato un figlio modello... spesso finivo in risse e a casa portavo sempre problemi. Voleva solo rendermi un uomo adulto e responsabile, come lo era lui." Il suo sguardo è fisso sulla lapide e riesco a vedere il dolore nei suoi occhi.
Mi siedo di fianco a lui, guardandolo dolcemente.
"E tua mamma com'era?" Chiedo. Sono sicura che abbia bisogno di parlarne. Non so come, ma me lo sento.
Lui abbozza un leggero sorriso, abbassando la testa.
"Mia mamma? Beh, lei era una donna forte e allegra. Riusciva sempre a trovare il lato buono delle cose, soprattutto in uno come me, che di buone ne avevo poche, a quei tempi. Ricordo ancora che, quando tornavo a casa, si avvicinava sempre per darmi un bacio... ma io mi allontanano sempre..." Continua sorridendo, e a me, per un momento, mi sembra di vedere Heric e la mamma fare la stessa cosa.

"Mentre adesso non so cosa darei per averli di nuovo al mio fianco."
In quel momento prendo la sua mano e la stringo forte.
"Anche se non sono al tuo fianco fisicamente non significa che non ti siano vicini."

Rimaniamo per un attimo in silenzio, immersi nel buio della sera. Le uniche luci presenti provengono da alcune candele sparse per il cimitero.

"Beh, direi di andare. O domani non ci svegliamo." Si alza in piedi, infilando le mani in tasca.
"Va bene."
Torniamo indietro, da dove eravamo entrati, e mi aiuta di nuovo a scavalcare.
"Sai fare i salti mortali e non riesci a scavalcare una ringhiera."
"Se cado giù da lì faccio un vero salto mortale!"
"Beh, in quel caso saremmo tutti molto più contenti." Soffoca una risata e io lo guardo male.
Però devo ammetterlo, preferisco vederlo così. Scherzoso e... rompi scatole.

Una volta davanti a casa mia ferma la macchina, e io prego che mio fratello non si accorga di nulla.
"Alison." Sposta il suo sguardo su di me e il contatto coi suoi occhi azzurri mi fa perdere un battito.
"Mh?"
"Grazie."
"Di cosa?"
"Di essere venuta con me e... di avermi ascoltato. Nessuno l'aveva mai fatto."
Per un attimo mi perdo nel suo sguardo, incantata dalle sue parole e faccio una cosa che non mi sarei mai immaginata di fare.
"Jace."
Lui non risponde, mi guarda soltanto, e io appoggio dolcemente le mie labbra sulle sue.
Non so cosa sto facendo, so solo che lo desideravo.
Un brivido mi percorre lungo la schiena. È una sensazione fin troppo bella per terminarla così velocemente...
"Devo andare..." Dico tristemente, allontanandomi leggermente per uscire dalla macchina.
Ma, in quel momento, mi tira a sé impedendomi di andarmene. Si avventa su di me e mi bacia, cogliendomi totalmente alla sprovvista. La sua mano calda che mi accarezza la guancia mi fa rabbrividire ancora di più.
Mi bacia a lungo, senza lasciarmi andare. Finché, poco dopo mi dá un ultimo piccolo bacio, per poi guardarmi negli occhi.
"Ora puoi andare..." Sorride imbarazzato, passandosi una mano tra i capelli.
"Sì... buonanotte." Ricambio il sorriso, scendendo dall'auto con le mani tremanti e il cuore a mille.

Quando chiudo la porta di casa mi accorgo che si sta assicurando che entri e lo saluto un'ultima volta agitando la mano. Lui fa lo stesso, alzandola leggermente.

"Voglio. Sapere. Tutto." La mamma appare davanti a me, agitando le mani come una quindicenne.
"Ehm... sono stanca, mamma. Magari un'altra vol-"
"Eh no, signorina!" Mi blocca da un polso, prendendomi a braccetto per non farmi salire in camera mia.
"Mamma-"
"Dove siete andati? Che avete fatto? Gli piaci, vero? L'ho sempre detto io che tra voi c'è qualcosa... tua madre è una veggente!" Vederla mentre si fa i complimenti da sola mi fa scoppiare in una sonora risata. Mi porto subito le mani sul viso, non appena mi torna in mente Heric.
Non deve sapere nulla, lui.

Ci sediamo in cucina e le racconto tutto silenziosamente, per non rischiare di farmi sentire.
Mentre le spiegavo le sono brillati gli occhi, soprattutto quando le ho detto del nostro bacio. Stava quasi per mettersi a saltare dalla gioia.

Ma, forse, per una volta, sono molto più felice di mia madre.

Il Peggior Nemico di Mio FratelloWhere stories live. Discover now