Capitolo 59

98.5K 4.1K 1.7K
                                    

Con uno scatto e il cuore che batte a mille, mi affaccio immediatamente alla finestra, spostando la mia lunga tenda bianca per guardare fuori.
Abbasso lo sguardo verso la strada e, nel buio della sera, vedo un ragazzo alto, con una felpa nera e un giubbotto slacciato, che mi saluta con un cenno della mano e un gran sorriso sul volto.
Apro subito la finestra e l'aria fredda mi fa rabbrividire, ma in questo momento poco importa.

"Jace? Cosa ci fai qui?" Urlo sottovoce affacciandomi alla finestra, per non farmi sentire da nessuno.
"Te l'avevo detto che ci saremmo visti." Parla anche lui sussurrando.
"Ma... non pensavo intendessi..."
Non ho idea di cosa fare, mi ha presa impreparata. Sono già in pigiama e ormai ci stavo praticamente rinunciando all'idea di vederlo.
"Posso salire?"
"I miei sono ancora svegli... pure mio fratello..." Dico, dispiaciuta.
"Mica entro dalla porta di casa."
"E come-"

Lui, ad un tratto, indica un punto vicino alla mia finestra. Quando mi sporgo vedo il tubo della pioggia e inizia a salirmi l'ansia.

"Jace, non puoi arrampicarti su per il pluviale!"
"Ti ricordi che sono saltato giù da una finestra con una ragazza sulla schiena, aspetta... forse eri tu?" Ride.
"Simpatico." Sorrido ironicamente.
Subito dopo si sfrega leggermente le mani, per poi arrampicarsi abilmente.
"Stai attento..."

Sento il mio cuore battere ancora più veloce di quando l'ho visto, per colpa di tutta la paura che sto provando in questo momento.
Quando arriva alla mia finestra gli porgo la mano, per aiutarlo ad entrare.
Sì, lo so che il mio aiuto non serve praticamente a nulla, ma non posso di certo stare solo a guardare.

"Visto? Un gioco da ragazzi!" Esclama, entrando con un abile salto, mentre io chiudo subito la finestra.
"Tu sei fuori di testa!" Gli do una leggera pacca sulla spalla.
"No, guarda c'è anche lei." Ride, indicando la testa, e io lo colpisco di nuovo trattenendo una risata.
"Perché sei venuto?" Torno seria.
"Ti avevo detto che ci saremmo visti, ma sono stato impegnato pomeriggio." Si toglie velocemente il giubbotto e lo appoggia sulla mia scrivania. Poi torna davanti a me, con le mani in tasca e il cappuccio della felpa alzato.
"Potevamo vederci un'altra volta, non c'era bisogno che venissi adesso..."
"Ma io volevo vederti, proprio ora." Si avvicina lentamente a me, avvolgendomi tra le sue braccia.

Sento le mie guance arrossire completamente, ma tento di lasciarmi andare per godermi il suo abbraccio.

"Lo sai che se entra qualcuno siamo fregati?" Dico, rimanendo appoggiata al suo petto.
"Di sicuro non se entra tua madre."
"E se fosse mio fratello?" Rido.
"Come sono salito, scendo."
Io alzo leggermente la testa, rimanendo appoggiata a lui col mento. Mi tocca guardarlo dal basso per quanto è alto.

"Carina la tua stanza, troppo rosa... ma carina." Sorride, guardandosi in torno.
"Sei venuto per giudicare la mia stanza?"
Lui abbassa nuovamente lo sguardo su di me, con aria interrogativa, e mi accorgo solo in questo momento che la mia domanda sembrava molto ambigua.
"N-no, non intendev-"
"Volevi fare altro, signorina?" Il suo ghigno e la sua espressione mi fanno tornare in mente il ragazzo di poche settimane fa.
"Assolutamente no!" Mi stacco subito da lui, con un movimento brusco e nervoso.
"Smettila, scema. Sto scherzando." Ride, prendendomi nuovamente per il polso.
Io tento di opporre resistenza, ma senza molti risultati.
"Dopo che mi sono arrampicato per vederti, è questo il ringraziamento?"
Tento di fulminarlo con gli occhi, ma un piccolo sorriso che non riesco a trattenere mi spunta fuori involontariamente.
"Oh, questa è la Alison che preferisco." Mi prende per una guancia, strizzandola leggermente.
"Aia, Jace!" Urlo a bassa voce.
Lui scoppia in una sottile risata, tentando di non farsi sentire da nessuno.
"Comunque, nella tasca interna del mio giubbotto ti ho portato una cosa."
Sposto lo sguardo sulla scrivania, per poi dirigermi verso di essa.
"Cioè?" Chiedo, iniziando a frugare all'interno.
Lui si mette seduto sul mio letto fissandomi e quando tiro fuori l'oggetto dalla tasca mi ritrovo il mio diario tra le mani.

Me ne ero quasi scordata...

Lo guardo, non sapendo cosa dire. Poi il mio sguardo torna su Jace.
Ammetto di trovarmi in una situazione imbarazzante: in questo diario ho scritto cose orribili su di lui e... ho parlato della mia cotta per Nate...

"Come mai, tutto a un tratto...?"
"É tuo, ed era giusto che te lo riportassi. In fondo anche tu hai cancellato tutte le mie foto." Mi continua a guardare, mentre un silenzio pesante cala nella stanza.
"Oh... va bene..."
"Voglio solo una cosa." Dice.
"Cioè?"
Ad un tratto si alza, venendo verso di me.
Mi cinge la vita tra le sue braccia e mi sussurra all'orecchio.
"Da adesso in poi, per te, ci dovrò essere solo io."

Il Peggior Nemico di Mio FratelloOù les histoires vivent. Découvrez maintenant