Capitolo 108

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Rimaniamo in silenzio, a guardarci.
Lui ha un sorriso meraviglioso sul volto, mentre io sono completamente paralizzata dalla sua bellezza, ma soprattutto da ciò che mi ha appena detto.

"E invece io mi sento sempre così inutile..." Confesso.
"Inutile? Che stai dicendo?" A Jace si spegne il sorriso. Il suo viso mostra un'espressione confusa e dispiaciuta.
Sento la sua mano stringere ancora di più.
"Beh, ogni volta che hai un problema o stai male... non so... mi sembra di non esserti d'aiuto. Anzi, ho l'impressione che sia sempre e solo tu a farmi stare meglio..." Abbasso lo sguardo sulla cioccolata, iniziando a girare il cucchiaio con movimenti casuali.
"Alison, ma- no! Che cavolo ti prende?!"
"È vero Jace. Ero così preoccupata per te, neanche puoi immaginare il dolore che provo ogni volta che ti vedo arrabbiato o triste... vorrei solo il meglio per te, ma tante volte ho paura di non essere in grado di dartelo..."

Sento le gambe leggermente tremare e il cuore battere più veloce. È ormai da tempo che ho questa impressione. Come se lui fosse sempre disposto a tutto per me, mentre io, per quanto ci provi...

"Alison, ti ricordi il giorno in cui siamo andati al cimitero, a trovare i miei genitori?"
Alzo la testa, per guardarlo nuovamente, e annuisco.
Si è fatto più serio che mai.
"Se non fosse stato per te, che mi hai telefonato, e che ti sei preoccupata... quel giorno penso che mi sarei ritrovato in un bar, a bere, come ogni anno."

Continuo a guardarlo in silenzio, ma ancora non sono convinta di essere stata di grande aiuto...

"E la volta che mi sono presentato ubriaco e fumato a casa tua? È solo grazie a te e tuo fratello se mi sono ripreso."
"No, Jace... quella volta ti sei conciato così proprio per colpa mia!"
"È vero, hai ragione. Lo ammetto. Il tempo in cui non siamo stati assieme sono stato di merda. Odiavo tutti, non volevo più vedere nessuno. Ma questo è proprio perché tu per me sei speciale, quanto ti ci vuole per capirlo?!" Jace alza leggermente la voce, ma tentando di mantenere un tono pacato e dolce.
"Lo stesso vale per me, Jace. E non voglio più vederti così per colpa di quel pazzo..." Sussurro.
"Mi basta risolverla una volta per tutte, e ti assicuro che non mi vedrai più in quel modo."
"No! Jace, ti prego... non andare a quell'incontro..." Lo guardo dritta negli occhi, nella speranza di fargli capire il dolore che provo al solo pensiero di rivederlo fare a pugni.
"Alison, per colpa di quel bastardo ho vissuto gli ultimi anni della mia vita ridotto uno schifo. Ho perso uno dei miei migliori amici, che per fortuna ora ho ritrovato. Ma quegli anni persi... chi me li riporta indietro? Nessuno..."

Riesco a percepire il dolore che sta provando... lo vedo impresso nel profondo dei suoi occhi.

"Appunto... quegli anni non torneranno mai indietro! È inutile andare a quell'incontro, dammi retta per una volta Jace!"
"Non posso. Perdonami, Alison. Ma non posso proprio. Ormai ci sono dentro da troppo tempo... e voglio farla finita definitivamente. Mi ha portato troppi problemi, prima con Heric, e automaticamente tutto il casino con te..." Jace si lascia andare sullo schienale della sedia, lasciando lentamente la mia presa.
"Ma... ormai abbiamo risolto le cose tra di noi... perché devi-"
"Ti ho detto che non cambio idea." Sbotta, con tono più brusco.

Io resto zitta, a guardarlo sconvolta e senza parole.
Ma... perché non lo capisce?!
Perché non capisce che farebbe solo una cavolata?!
Non voglio più rivederlo su quel ring, per quanto possa cavarsela, quel Jeremy è un pazzo! Ricordo l'ultima volta... le sue risate isteriche, le sedie... mi vengono i brividi solo a pensarci.
Se Jace non vuole ascoltarmi, credo che dovrò passare alle maniere forti...

"Se ci vai..." Inizio a parlare, ma un nodo alla gola mi impedisce di andare avanti. Jace mi guarda in silenzio, con le sopracciglia ricurve.
Le mie gambe tremano... lo so... lo so che me ne pentirò... ma devo farlo.
Devo dirglielo, è per il suo bene...

"Cosa?" Si sporge di nuovo leggermente verso di me, confuso e con aria preoccupata.
"Se ci vai... tra noi finisce tutto..."

Ecco, l'ho detto.
Non riesco neanche a guardarlo negli occhi... inizio a vedere tutto annebbiato per colpa delle lacrime che stanno iniziando a salire...
No, Alison. Non farti prendere dai sentimenti.
Devi rimanere più fredda possibile, o non sarai credibile.

"S-Stai scherzando?" Domanda, con una piccola smorfia seguita da una risata acida.

Prendi coraggio, Alison.
Alza la testa, e sii diretta.

"No." Dico secca, alzando lo sguardo per guardarlo dritto negli occhi.
Ci guardiamo, in silenzio. Il suo volto è praticamente sconvolto dalla mia frase, mentre io mi sento morire dentro.
"Alison- c-che cazzo stai dicendo?! Mi stai ricattando?!" Urla, sbattendo un pugno sul tavolo, che mi fa leggermente sobbalzare.
"Mi hai sentita." Tento di sembrare il più decisa possibile, ma da un momento all'altro potrei cedere.
Lui mi fulmina con lo sguardo, per poi scoppiare in una piccola risata acida e ironica.
"Vuoi veramente buttare tutto all'aria?!"
"Dovrei fartela io questa domanda!" Ribatto.

Mi dispiace, ma stavolta non ho nessuna intenzione di farmi mettere i piedi in testa.
Ha già fatto troppe cazzate.
Tutte quelle assenze.
Le sbronze.
Gli incontri.
Ora non lo vede, ma sto solo tentando di proteggerlo. Forse più avanti se ne renderà conto.

Rimaniamo ancora in silenzio, a fulminarci con gli sguardi. Lo ammetto, vorrei piangere... ma mi sono stancata di mostrarmi debole.
Almeno oggi voglio far uscire la Alison testarda e decisa che c'è in me.

"Non puoi chiedermi una cosa del genere..." Sul suo volto appare una smorfia di dolore.
Vorrei cedere, ma non posso... non ce la farei a vederlo ad un altro incontro... come non vogliono nemmeno le sue sorelle, Nate ed Heric.
"Tranquillo, ho già capito la risposta." Sbotto, alzandomi dalla sedia per andarmene.
"Dove cazzo vai?!" Jace si alza in fretta e furia, bloccandomi da un polso.

Siamo faccia a faccia.
I suoi occhi non sono più di quell'azzurro limpido... sono più scuri... quasi blu.
Le sopracciglia incurvate, l'espressione preoccupata... mi sento morire a vederlo così.

"Lasciami." Gli ordino, strattonando il braccio per liberarmi dalla presa.
"Stai per piangere, Alison! Ormai ti conosco bene, perché fai così...?" La sua voce è leggermente strozzata.
"Perché starei peggio se tu accettassi quell'invito!" Sbotto, alzando la voce, tant'è che le poche persone presenti nel bar si girano verso di noi.
"Era da tempo che lo cercavo! E ora che ho la possibilità di fargliela pagare non posso tirarmi indietro! Alison... tenta di capir-"
"È finita, Jace. Vai pure all'incontro, ma ricordati una cosa: per colpa sua, un tempo hai perduto il tuo migliore amico. Ora stai ricommettendo lo stesso errore, ma perdendo me." Sputo fuori tutta la verità, con le lacrime agli occhi ma tenendo lo sguardo serio dritto sul suo.

Col cuore a mille e un macigno sul petto, mi giro. L'ultima cosa che vedo di lui è il suo sguardo pieno di dolore e disperazione.
Mi dirigo alla cassa, lascio i soldi senza nemmeno preoccuparmi di prendere il resto, per poi uscire.
Percorro le vetrate del bar dall'esterno, dove lo vedo immobile, con aria incredula e sconvolta.
Vorrei tornare indietro... lo vorrei con tutto il mio cuore... ma stavolta non posso.
Così farei solo il suo gioco, gli permetterei di fare tutto ciò che vuole, quando non dev'essere così.
Non stavolta.

Cammino per circa dieci minuti, per poi trovare una fermata del bus.
Mi siedo sulla panca, aspettando che questo passi.
Nel frattempo inizia a piovere, e non ho nemmeno un ombrello. Ma forse è meglio così... in questo modo le mie lacrime si possono confondere con la poggia.
Sento un peso immenso sul petto, e fatico a respirare per colpa dei singhiozzi.
L'unica cosa che mi viene in mente è che... non ha nemmeno tentato di seguirmi...

Il Peggior Nemico di Mio FratelloUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum