Capitolo 37

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Il rumore assordante della sveglia interrompe il mio sonno e con esso i miei sogni.

"Oh, cavolo... ma che ore sono...?! Che giorno è...?!" Guardo l'ora: le 7.13.
"SONO IN RITARDO!"
Mi alzo il più veloce possibile dal letto, metto dei jeans e un maglioncino bianco e corro subito in bagno. Mi lavo i denti e la faccia, poi metto un po' di correttore e mascara.
Ho ancora lo sguardo assonnato, ma poco importa.
Più che altro mi chiedo... dov'è Heric? Di solito se mi sveglio tardi ci pensa lui a chiamarmi.

"Buongiorno mamma!" La saluto appena entro in cucina.
"Ciao, tesoro." Si avvicina a me, per darmi un veloce bacio sulla fronte.
"Ti ho preparato un po' di pancake, delle uova, del bacon e-"
"Non ho tempo di fare colazione, sono in ritardo, piuttosto... Heric?" Chiedo, prendendo di fretta la giacca.
"Oh... pensavo lo sapessi..." La mamma ferma la preparazione della sua super-colazione e assume un'aria dispiaciuta.
"Che cosa?"
"Ecco... tuo fratello è andato via prima... eppure ero convinta che ti avesse avvertito..."
"No, non ne sapevo nulla... Ma, mamma, cos'è questo odore di bruciat-"
"OH, CIELO! IL PANE!" Urla mia madre, tirando fuori il pane tostato o meglio... abbrustolito.
"Mamma, non dovresti distrarti cosí!" La rimprovero, andando ad aprire la finestra, per far uscire l'odore di bruciato.
"Oh, tesoro hai ragione! Scusami! Sistemo io qua, tu pensa ad andare a scuola."

Appena sento pronunciare quella parola guardo nuovamente l'orologio. Sono le 7.34! E il pullman passa tra... sette minuti!

"Ma perché nella mia vita devo sempre fare tardi?! Mamma, devo scappare, ci vediamo quando torno a casa!" Corro a darle un bacio, prima di uscire.
"Non può venire a prenderti Jace, scusa?" Chiede.
"Ma non se ne parla proprio!" Scoppio a ridere.
"Stai perdendo una grande occasione, Alison!" Dice mia madre, mentre mi segue verso la soglia di casa.
"L'unica occasione che sto perdendo è quella di dormire ancora nel mio letto caldo!" Rido, infilando le scarpe.
"Oh, smettila di dire sciocchezze! Tanto lo so che fra voi due c'è qualcosa, non me lo puoi nascondere: sono tua madre." Sorride, assumendo un'aria da "sapientina".
"Certo, mi scusi Signora Veggente, ora dovrei andare a scuola, quindi... la saluto e le auguro una bellissima giornata immersa nei suoi panini bruciati!" Rido, uscendo dal vialetto di casa mia.
"Oh, signorina! Vedi di prendere poco in giro!" Ride lei, per poi rientrare in casa.

Mentre percorro il tragitto mi torna in mente Heric.
Perché si sta comportando in questo modo? È addirittura uscito di casa prima per non vedermi.
Non ha mai fatto così, mai.
Quando arrivo alla fermata, il pullman è già li, fermo. Per fortuna faccio in tempo a prenderlo. Ma, purtroppo, non c'è posto e mi tocca stare in piedi. C'è veramente troppa gente, quasi non si respira. A malapena riesco a rimanere attaccata da qualche parte. L'unica cosa su cui mi posso aggrappare è un palo, ma è troppo alto.
Perché sono dovuta nascere così bassa?! Ma soprattutto... perché ho un fratello gemello che non è per niente gemello quando si parla di altezza?! Con lui, la natura, è stata troppo buona: 1 metro e 85 centimetri di bontà! Mentre con me... solo cattiveria pura.
Appena il pullman parte, tento di aggrapparmi, ma invano. Sto per cadere all'indietro, ma delle mani mi cingono la vita.
Quando mi giro, mi ritrovo due occhi celesti che mi guardano.

"Jace? Che... che ci fai qua?" Chiedo, allontanandomi leggermente da lui.
"Stai qua, nana da giardino, o preferisci cadere?" Dice, prendendomi di nuovo per i fianchi e attaccandomi a lui in un caldo abbraccio.
Colta alla sprovvista, mi aggrappo alla sua felpa nera e sento come se il mio cuore potesse esplodere da un momento all'altro.
Alzo lo sguardo verso il suo viso e noto che continua a guardare fuori dal finestrino, senza dire una parola. Con il braccio sinistro è aggrappato al palo che, per me, era troppo alto, mentre con la destra continua a tenermi stretta al suo petto.
Non ho idea di cosa dire. Sento il viso in fiamme, e sto tentando di nasconderlo nella sua felpa.
Perché mi sento così nervosa?! Dovrei cantargliene quattro! Dopo ciò che ho visto tra Nate e sua sorella... me lo avrebbe dovuto dire! Invece mi ha presa solo in giro... tutto perché voleva vendicarsi per le foto degli incontri.

"Mi dispiace per ieri." Dice, dal nulla.
Alzo nuovamente lo sguardo, confusa.
È veramente Jace Hogan quello che ha appena parlato? Jace Hogan che... si dispiace per qualcosa?!
"A cosa ti riferisci?" Chiedo, curiosa della risposta.
"Lo sai." Continua a guardare fuori dalla finestra, evitando il mio sguardo.
"Non ne ho idea invece." Continuo a fingere.
Lui sospira, per poi guardarmi negli occhi.
"Avrei dovuto dirti di Nate e mia sorella. Invece non l'ho fatto. Così è più chiaro?" Dice, serio.
In quell'istante, il pullman frena bruscamente e sento il mio corpo andare all'indietro, ma le sue braccia mi stringono fortemente a lui, e i nostri visi si sfiorano.
"Ma come cazzo guida questo coglione?" Sbotta Jace, un po' troppo ad alta voce.
Molti sguardi cadono su di lui, e mi accorgo che ci sono tantissimi nostri compagni di scuola che ci guardano straniti.
"Non urlare, stupido!" Urlo, sottovoce.
"Non sto urlando!"
"Sí, invece! E ci stanno guardando tutti!" Tento di nascondermi nella sua felpa, lasciando cadere i capelli davanti alla mia faccia.
"Che cazzo te ne frega?"
"Che non è normale che ci vedano insieme, e per di più... abbracciati!" Sbotto.
"Non ti sto abbracciando, ti sto aiutando a stare in piedi, visto che non arrivi nemmeno al palo. E in qualunque caso, noi due, anche da abbracciati litighiamo."
"Hai appena detto che non mi stavi abbracciando." Accenno un piccolo sorriso, divertita dall'incoerenza delle sue parole.
"Diciamo che è un abbraccio senza affetto." Sorride lievemente lui.
"Senza affetto?" Chiedo.
"Sì, mocciosa. Vedi di stare un po' zitta. Sono stanco, non ho dormito." Dice, tornando a guardare fuori dal finestrino.

In effetti, quando alzo lo sguardo verso di lui, mi accorgo delle occhiaie e degli occhi leggermente rossi.
Chissà perché non ha dormito...

Mi fa male ammetterlo, ma non mi ero mai accorta di quanto fosse bello Jace, pure con lo sguardo ancora assonnato.

Il Peggior Nemico di Mio FratelloWhere stories live. Discover now