Capitolo 84

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Speravo di riuscire a dormire sul bus, o per lo meno un minimo, ma nulla... non ho chiuso occhio. A differenza mia, Sam e Katie hanno dormito come non mai, e pure Heric sembrava parecchio stanco.
Ogni tanto giravo lo sguardo verso il fondo, per guardarlo. Per vedere se mi cercava anche lui, come facevo io... ma ogni volta rimanevo delusa nel vederlo a braccia conserte e con gli occhi chiusi. Sapevo che era sveglio, si vedeva. Stava pure ascoltando la musica ad alto volume. Ma allora perché lo sento ancora più distante? In questi giorni le ha provate tutte anche solo per parlarmi. Mentre ora non mi degna neanche di uno sguardo. Tant'è che, appena siamo arrivati a New York, ha a malapena salutato, per poi andarsene via.


"Eccoli i miei bamb- Oddio, Alison! Tesoro, che è successo?!" Mia madre si fionda subido su di me, appena mi vede con le stampelle.
"Tranquilla, mamma. Non è grave. L'ho solo slogata."
"Vieni a sederti, amore."
"Ciao, mamma." Heric la saluta in modo sarcastico, per ricordarle anche della sua presenza.
"Oh, Heric, scusami! Ciao, campione." Le dá un bacio sulla guancia, per poi aiutare me a sedermi sul divano.
"Beh, campione mica tanto."
"Insomma! Che vi importa se non è andato bene il campionato? Può capitare!"
Io ed Heric ci lanciamo degli sguardi d'intesa, rimanendo in silenzio.
"Cosa sono quelle facce lunghe? Vi ho preparato un pranzo coi fiocchi! Appena torna a casa anche papà mangiamo tutti assieme!" La mamma è sempre così allegra. Se non esistesse dovrebbero inventarla.
"Io porto su queste." Dice Heric, indicando le valige.

Poco dopo, mia madre si siede di fianco a me.
"Ci sono novità?" Sussurra, con un sorrisetto sul volto.
"Novità...? No, direi di no..." In realtà ce ne sono molte... oh, eccome se ce ne sono.
"Eddai, con Jace?" Ridacchia, tirandomi delle piccole gomitate sul fianco.
"Ehm, mamma... preferirei non parlare di lui..."
Lei si fa seria, guardandomi preoccupata.
"Tesoro, è successo qualcosa?"
Sento un'altra stretta al cuore, ma non ho di certo voglia di raccontarle tutto.
Rimango zitta, e lei non insiste. Mi dá solo una leggera carezza sulla guancia.
"Se dovessi aver bisogno di parlare, lo sai che ci sono."
"Grazie, mamma." Sorrido debolmente.

-

Il pranzo coi miei genitori è andato abbastanza bene. La mamma aveva capito benissimo che non eravamo al settimo cielo, di fatti tentava sempre di farci ridere scambiando qualche battuta o prendendo in giro papà.
Inutile dire che ho la mamma più fantastica al mondo.

"Mi dispiace non poterti dare una mano." Le dico, mentre la vedo sparecchiare da sola.
"Non ti preoccupare, tesoro. Di certo non muoio per togliere due piatti. Anzi, vai su in camera a riposarti. Heric, aiutala."
"Non c'era neanche bisogno di dirlo." Mio fratello si avvicina a me, e col suo aiuto riesco a raggiungere camera mia al piano di sopra.

"Come stai?" Mi domanda, sedendosi sul letto di fianco a me.
"Insomma... ho pure un mal di testa... non ho dormito niente."
"Perché non dormi pomeriggio?"
"Forse hai ragione, ma ho paura di non dormire stanotte."
"Metti la sveglia e dormi un paio d'ore." Heric si alza, mi saluta con un sorriso ed esce dalla stanza.

Due ore di sonno, in effetti, mi faranno solo bene.

-

Come promesso, due ore dopo, la mia maledettissima sveglia inizia a suonare, e sembra quasi peggio di stamattina.
Apro lentamente gli occhi, completamente rimbambita. Allungo le mani verso le stampelle per dirigermi in bagno. Mi sciacquo la faccia e mi guardo allo specchio: le occhiaie non sono sparite, ma il mal di testa, per fortuna, sì.
Quando torno in camera mi rifiondo sul letto, anche perché molto altro non posso fare, vista la situazione con la mia caviglia.
Prendo in mano il cellulare e mi torna in mente tutto ciò che è successo in soli due giorni...
Mi torna in mente lui, le sue mani su di me, il suo respiro, il suo profumo, le sue parole che mi sussurrava mentre facevamo l'amore...

Sento l'ennesima sensazione di vuoto che mi pervade completamente dall'interno. Le lacrime mi salgono agli occhi, ma faccio di tutto per ricacciarle dentro.

Non ce la faccio più... ho bisogno di parlargli...

Possiamo parlare stasera? Digito il messaggio e lo mando il più velocemente possibile, prima che me ne possa pentire.

Lancio il cellulare sull'altra sponda del letto, per paura della risposta che potrei ricevere.

Rimango almeno una mezz'ora a fissare il telefono, ma ancora nessuna risposta.
Le gambe non fanno altro che tremarmi e il cuore battermi.
Finalmente, dopo altri venti minuti, squilla il telefono.
Ho paura a leggere... ma devo farlo...

Mi dispiace, non posso stasera.

L'ennesima stretta al cuore.
L'ennesima sensazione di vuoto.

E pensare che domani mi tocca andare a scuola... sarà la sensazione più brutta al mondo quella di vederlo, ma non poterlo neanche sfiorare...

Il Peggior Nemico di Mio FratelloWhere stories live. Discover now