Capitolo 140

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Non c'è nulla di più comodo del letto.
Restare spaparanzati, con una maglietta vecchia del proprio fratello come pigiama estivo, a godersi a pieno il cuscino fresco ormai in piena estate.
Sentire il cinguettio degli uccelli che cantano tra gli alberi, e la leggera luce che filtra dalla tapparella abbassata della finestra.

È estate, ed è tutto magnifico.

Già... se solo non fosse che dalle scale si sente un rumore assordante di padelle che sbattono di prima mattina.

"Ma che cavolo...?!" Mi fiondo giù dal letto, percorrendo la camera al buio. Arrivo alla porta, assordata da tutto quel casino che proviene dal corridoio.

La spalanco totalmente confusa, con un sonno tremendo e rimango completamente sconvolta nel vedere mia madre saltellare per il corridoio, con la padella e il mestolo in mano.

"Sveglia, gioie mie! La mamma è qua per farvi gli auguri!" Urla, allegra come al suo solito.
"Mamma...?!" Richiamo la sua attenzione e... non l'avessi mai fatto.
"Amore mio! TANTI AUGURI!" Mia madre corre verso di me, dandomi un dolce e caloroso abbraccio.
"G-grazie!" Rido, anche se sono completamente assonnata e stordita dal suo risveglio molto... particolare?
"Ma che cazzo succ-" Heric spalanca la porta della sua stanza, con lo sguardo ancora più assonnato del mio.

Non ha addosso nulla, se non dei pantaloncini grigi e i suoi soliti ricci, che stamattina sono più spettinati del solito.

"Amore della mamma, AUGURI ANCHE A TE!" Urla, posando sul mobile padella e mestolo e tirandomi da un polso per poter correre da Heric e abbracciarci entrambi.
"Mamma... ti prego, sono solo le 8.00..." Sbuffa Heric, tentando di staccarsi dall'abbraccio di famiglia.
"Ed è anche tardi! 17 anni fa siete nati all'1.30 del mattino!" Dice lei, tentando di allungarsi sui capelli di Heric per arruffarglieli. Lui, però, si allontana nuovamente, tirando su gli occhi.
"E menomale che non sei venuta a quell'ora." Dice.

"Vedo che la sveglia umana si è attivata." Sentiamo una voce provenire dalle scale.
"Papà!" Lo saluto, tentando di non scoppiare a ridere.
"Buongiorno. Sono venuto a farvi gli auguri più normali possibili, a differenza di vostra madre." Dice, venendo a darmi un bacio sulla guancia. Dopodiché dá un abbraccio tra uomini a mio fratello.
"Oh, tu non potrai mai capire cosa prova una madre quando arriva il compleanno dei propri bambini!" Ridacchia la mamma, strizzando a me la guancia destra, mentre ad Heric, che sta per impazzire, la sinistra.
"Cara, ho avuto anch'io una madre. Ma non mi svegliava con le padellate." Mio padre le posa una mano sulla spalla, guardandola da sopra gli occhiali.
"Beh, mia madre lo faceva- oh! A proposito, la nonna mi ha chiamato almeno 15 volte per farvi gli auguri! Forza amori, scendete veloci che la chiamiamo!" Esclama felice la mamma.
"Oh, no..." Heric si passa una mano sul viso, per poi sorpassarci.

Sì, mia nonna, ovvero la madre di mia madre, beh... diciamo che è molto particolare anche lei... credo che sia un fatto genetico. Probabilmente lo è di tutta la famiglia.

"Campione, dove vai?" Mio padre afferra Heric da una spalla, per bloccarlo.

A vederli così vicini mi rendo conto solo ora che mio fratello sia diventato leggermente più alto di lui. Non ci avevo mai fatto caso prima d'ora.

"A fare la doccia?" Dice ovvio e scazzato.
"Eh no, prima dai un bacio a tua madre." Dice, e io scoppio a ridere appena vedo la faccia di Heric.
"C-cosa?!" Urla lui, sconvolto.
"Tua sorella me l'ha dato! Manchi solo tu, gioia mia." Ridacchia, saltellando verso di lui.

Heric mi fulmina con lo sguardo, appena vede che sto ridendo a crepapelle.

"Dai, fatemi andare a fare la doccia..." Sbuffa lui, tentando di allontanarsi da lei per dirigersi verso la porta del bagno.
"Ringrazia tua madre. E ringrazia anche me, che non ti ho ancora dato una padellata in testa." Dice papà, che sembra aver preso per la prima volta le difese di nostra madre.

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