Capitolo 41

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Raccolgo i miei capelli biondi in una coda alta, metto dei jeans neri e una felpa bianca. Dopodiché scendo di fretta le scale.
Passo davanti alla cucina, fiondandomi verso la porta di casa.

"Tesoro, dove vai?" Chiede mia mamma. Sposto lo sguardo verso di lei e noto gli sguardi confusi di Heric e i miei genitori.
"Sto uscendo un attimo. Se mi viene fame prendo qualcosa fuori." Dico, uscendo di fretta.
"Ma-! Almeno dimmi tra quanto torni!"
"Non tardo, mamma, stai tranquilla. Ciao!" Chiudo definitivamente la porta e mi dirigo velocemente verso la fermata del bus. Speriamo ne passino ancora a quest'ora...

Dopo circa un quarto d'ora passa finalmente il bus. È completamente vuoto, tranne che per un gruppo di ragazze sedute in fondo.
Mi siedo nei primi posti davanti, vicino al finestrino.
Starò facendo la cosa giusta...?
E se a quest'ora non fosse a casa...?
No, aspetta. Sono le 20.30... dove potrebbe essere se non a casa!

Quando raggiungo finalmente la fermata più vicina a casa sua, scendo.
Da qua ci vorranno circa due minuti a piedi.
Mi sto ancora chiedendo se sto facendo o meno una cazzata...
Ma ormai, non posso più tornare indietro.

Sono arrivata.

Sto per citofonare, quando mi accorgo che la porta del palazzo è già aperta.
Cosa faccio? Citofono o salgo direttamente...?

"Alison?" Sento una voce provenire dietro di me.
Quando mi giro vedo una ragazza alta, vestita per bene, con delle buste in mano.
"Ciao, Scatlett!" Sorrido gentilmente.
"Che piacere rivederti!" Viene verso di me, per darmi un caloroso abbraccio.
"Anche per me è un piacere!"
"Hai fame? Vuoi mangiare qualcosa? Ho appena fatto la spesa! Sono sicura che Emma sarà contentissima di rivederti!" Continua a sorridere entusiasta.
"Ah, sì?" Chiedo, stupita da ciò che ha appena detto.
"Sì, mi ha detto che ti trova simpatica. E ti assicuro che ne sono rimasta colpita. Sai, Emma ha un caratterino un po' particolare." Ride, e io faccio lo stesso.
"Ascolta... per caso... c'è Jace in casa?" Chiedo, un po' titubante.
"Oh, guarda! Non mi nominare neanche quel teppistello! Gli ho chiesto di venire con me a fare la spesa e si è rifiutato! Non so perché, ma credo che oggi gli sia successo qualcosa..."
"Ah sí...?" Faccio la finta tonta.
"Già, era piuttosto nervoso e di cattivo umore. Tant'è che se l'è pure presa con me! Abbiamo discusso ed è uscito di casa... ah! Non so più cosa fare per placare questi due ragazzini! Mi faranno diventare pazza!" Si mette una mano sulla fronte, con gesto teatrale.
Alla sua reazione scoppio a ridere.
"Posso aiutarti a preparare la cena?" Le chiedo. In fondo, so benissimo cosa voglia dire avere a che fare con lui e il suo caratterino.
Mi chiedo però... se fosse nervoso per via della nostra discussione...
"Oh, grazie cara! Mi faresti un grande favore!"

Quando saliamo in casa, appoggiamo le buste in cucina.
"Finalmente siete arrivati! Stavo morendo di fam-" Quando Emma arriva davanti a noi, cambia subito espressione.
"Alison!"
"Ciao, Emma!" Le sorrido.
"Che ci fai qui?" Ricambia il sorriso, sedendosi sulla sedia.
"Ehm... passavo per caso." Tento di sembrare credibile.
"Mh... se... o forse cercavi Jace?" Ride Emma.
Bene, mi sa che l'hanno capito fin da subito.
"Ecco... in effetti avrei alcune cose da chiarire con lui... ma nulla di grave."
"Ora capisco perché oggi era così di cattivo umore."
"Emma, fatti gli affari tuoi!" La rimprovera Scarlett.
"Oh, ma stiamo parlando!"
"Non fa niente, davvero! Per me non è un problema parlarne." Sorrido, nella speranza di alleggerire la situazione.
"Beh, in qualunque caso ora dobbiamo preparare la cena, quindi Emma..." Scarlett le fa segno di andarsene.
"Co-cosa? Mi stai cacciando?!"
"No, ti sto gentilmente chiedendo di lasciarci in pace."
Ammetto che la scena è abbastanza divertente. Si vede quanto Scarlett voglia bene ad Emma. Mi ricorda Heric con me, quando da piccola facevo la capricciosa.

Poco dopo sentiamo la porta di casa aprirsi.
"Ecco, è tornato l'altro rompi scatole!" Scherza Scarlett.
"Perché una sarei io, scusa?!" Urla Emma.
"Arrivo e già hai da ridir-" Non finisce la frase, mentre entra in cucina.
Appena mi vede, rimane imbambolato sullo stipite della porta. Indossa una tuta grigia, una felpa nera e un cappellino con la visiera dietro la testa.
Alzo leggermente la mano, per salutarlo.
"C-ciao..." Sorrido lievemente.
Non mi sono mai sentita così tanto in imbarazzo.
"Cosa ci fai qui?" Chiede, serio.
"Gliel'ho già chiesto io, direi di finirla con questo tipo di domande oggi." Interviene Emma.
"Ehm... Emma, mi sa che stasera mi aiuterai tu a cucinare." Dice Scarlett.
"Cosa?! Perché?!"
"Perché sí! Alison, se devi parlare con Jace, andate pure." Mi sorride.
"Grazie." Ricambio uscendo dalla cucina assieme a Jace.
Lui chiude la porta alle sue spalle, per poi farmi cenno di seguirlo.

Entriamo dentro una stanza che riconosco subito sia la sua.
Sulla sinistra c'è una piccola scrivania con dei libri sparsi, davanti un letto singolo, un armadio e qualche mensola.
"Scusa il disordine, non sapevo fossi qui..." Dice, imbarazzato.
"Tranquillo, non ti ho avvertito io." Abbasso leggermente lo sguardo.
Uno dei nostri ennesimi silenzi cala nella stanza.
Ammetto che, da quando abbiamo iniziato a passare più tempo assieme sento che sta cambiando qualcosa.
Prima non facevamo altro che punzecchiarci a vicenda, mentre ora non sappiamo nemmeno cosa dirci.
"Jace..." Attiro la sua attenzione.
"Mh?" Sposta il suo sguardo su di me, lanciando il cappello sul letto.
"Ecco... prima, ho fatto pace con Heric e..."

Alison, non sei venuta qua per dirgli questo!

"A si? Mi fa piacere..."
"No, in realtà... oh... insomma, mi dispiace... Volevo chiederti scusa..."
Lui mi guarda, per poi avvicinarsi lentamente a me... sento le gambe tremarmi... perché sono così nervosa...?!
Alza una mano sul mio viso... per poi appoggiarla alla fronte.
"Mh... no, niente febbre."
"Co...cosa?!" Mi allontano immediatamente da lui.
"Beh, non sei una che chiede scusa molto spesso, pensavo non stessi bene. Però, aspetta, fammi ricontrollare, sei diventata tutta rossa." Si avvicina di nuovo.
"No, stai lontano!" Lo spingo via, imbarazzata.
Lui scoppia a ridere e, non so perché, ma mi sento più sollevata. Sento come se le cose fossero tornate alla normalità.
"Oh, stupida! Ti perdono, per stavolta!" Riesce a prendermi, per poi arruffarmi i capelli.
"Jace!!! Mi sciogli la coda!" Urlo, tentando di liberarmi.
"Va beh, allora sciogliamola del tutto!" Dice, per poi togliermi l'elastico.
Io rimango immobile, per controllare la mia ira. Giuro, LO AMMAZZEREI. NON SA STARE UN ATTIMO FERMO!
"Ti sto per ammazzare, lo sai?" Dico, mantenendo la calma.
"Lo so." Ride, spettinandomeli ancora di più.
Ho definitivamente perso la pazienza.
"Vieni qui! Ora ti faccio provare quello che provo io!" Sbotto, buttandomi sui suoi capelli iniziando a tirarli.
"Aia! Ok, ok! Scusa! Ora l'ho capito, non te li tocco più!" Si allontana da me, ma io continuo a non staccarmi.
"Oh, no! Questo non è niente in confronto a ciò che mi fai tu! Ah!" Mi scappa un urlo, non appena mi sento cadere.
Jace si ritrova steso sul letto, e io sopra di lui. Siamo faccia a faccia. Immobili. A due centimetri di distanza.
"Venite a mangiaaaaaa...oh... scusate, non volevo interrompervi..." Emma apre all'improvviso la porta, per poi richiuderla subito.
In quel momento ci alziamo di scatto entrambi.
"Oh... stupido! Mi hai fatta cadere!"
"Mi stavi tirando tu i capelli, scema." Si difende lui.
"Hai iniziato tu!" Sbotto, andando di fretta in cucina, evitando il suo sguardo.
"Certo, come sempre!" Ride lui.

Il Peggior Nemico di Mio FratelloWhere stories live. Discover now