Capitolo 33

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"Cazzo... questa non ci voleva!" Nate inizia ad imprecare alzandosi subito dalla sedia.
Tutta la folla si fa prendere da un attacco di panico, correndo in ogni direzione nella speranza di trovare una via di uscita.
La mia preoccupazione ricade subito su Jace, che, per fortuna, ha già saltato le corde del ring e sta venendo verso di noi. In quanto a Jeremy... non ho idea di dove sia finito. E non so se sia un bene o un male.

"Cosa sta succeden-"
"Stai zitta e vieni con me." Jace mi prende immediatamente per un polso iniziando a salire delle scale in cui nessuno sta andando.
"Tu tenta di recuperare la macchina, noi ci facciamo trovare fuori!" Urla a Nate, che nel frattempo sta uscendo nella stessa direzione di tutta la gente.
"Si può sapere perché stiamo salendo?! Dovremmo uscire come stanno facendo tutti gli altri!" Urlo, preoccupata che la polizia faccia irruzione e ci possa trovare.
Oh, cielo! Cosa farò se mi dovessero arrestare?! Cosa dirò a mamma e a papà?! Per non parlare di Heric!
"Conosco questo posto come le mie tasche! Fidati di me e basta." Continuiamo a camminare velocemente tutte le scale.
D'altronde, non avevo nemmeno notato la loro presenza!
Arriviamo davanti a un piccolo corridoio dove svoltiamo a sinistra. Qui, c'è una porta grigia e arrugginita. Quando Jace la apre ci troviamo all'interno di una piccola stanza buia. Sembra... uno sgabuzzino.
"Dove siamo?" Chiedo.
"In una specie di deposito. Ma non ha importanza. Adesso devi solo ascoltarmi molto attentamente, ok?" Mentre mi parla sta spostando diversi scatoloni.
"Cosa stai facendo?"
"La vedi questa finestra?"
"Ehm... sì... non vorrai dirmi che..." Sento le gambe diventare rigide.
"Nate sarà sicuramente riuscito ad arrivare alla macchina. Non la lasciamo mai davanti all'edificio proprio per via della polizia. Sarebbe poi impossibile raggiungerla. Questa finestra dá sulla parte del retro, dove siamo meno visibili. Ci basta scendere giù e salire in macchina."

Guardo Jace sconvolta.
"STAI SCHERZANDO?! COME CAZZO FACCIO A SCENDERE DA QUELLA FINESTRA?!" Inizio a urlare come una pazza, che in confronto, Jeremy Price, non è nulla.
"Di fatti, tu non devi fare altro che aggrapparti alla mia schiena. Io mi preoccupo di scendere giù per il palo."
"Co... COSA?!"
"Vedi di muoverti, Alison! Non abbiamo tutto il tempo del mondo!"
"MA NON POTEVAMO USCIRE COME HA FATTO NATE E RAGGIUNGERE INSIEME A LUI LA MACCHINA?!" Chiedo, incazzata.
Non capisco perché mi debba far scendere da una finestra alta almeno... 5 metri!
"PENSI CHE NATE SIA USCITO TRANQUILLAMENTE?! CERTO! È ANDATO ALLA MACCHINA SALTELLANDO DI ROSA IN FIORE! E MAGARI HA ANCHE FATTO CIAO CIAO CON LA MANO ALLA POLIZIA! STUPIDA! PER RAGGIUNGERE QUELLA CAZZO DI MACCHINA HA DOVUTO SCAVALCARE UNA RETE ALTA PIÙ DI QUESTA FINESTRA! DOVE CI SONO ANCHE DEI FILI SPINATI! POTREI MAI FARTI FARE UNA COSA DEL GENERE?! TI STO DICENDO DI SALIRE SULLA MIA SCHIENA E IL RESTO LO FACCIO IO!"

Rimango senza parole.
Le sua urla e il suo sguardo duro mi hanno fatto agitare ancora di più.

"O... okay..." Sussurro.
Lui sospira, passando una mano tra i capelli. Si vede che è pentito del tono che ha usato.
"Senti, scusami... non volevo parlarti così. Se tu non ci fossi stata, ci avrei messo un attimo ad andarmene via di qua. Un sacco di volte me la sono vista con gli sbirri. Ma in questo momento ci sei anche tu, e sono più preoccupato per te."

Rimango nuovamente in silenzio, non sapendo cosa dire. Gli unici rumori che si sentono in lontananza sono le urla delle persone e le sirene della polizia.

"Alison, ti fidi di me?"
Alzo lo sguardo verso il suo.
"Sì..."
"Allora sali."

Si gira, dandomi la schiena e abbassandosi in ginocchio.
Io mi aggrappo al suo collo, avvolgendo le gambe intorno alla sua vita. Dal momento che non ha nulla addosso, tranne i pantaloni della tuta, il contatto con la sua pelle mi provoca un piccolo sussulto. Sento tutti i suoi muscoli.
Si alza in piedi per poi raggiungere la finestra.
Con un movimento agile si aggrappa al palo, e io aumento la presa sul suo collo.
"Ei! Va bene che ti devi tenere, ma così mi strozzi!"
"HO PAURA!" Chiudo gli occhi, per non guardare verso il basso. Spero che si muova a scendere perché non so quanto potrò resistere.
"Non ne hai motivo, stiamo scendendo. Se dovessi cadere ora... al massimo ti rompi una gamba, ma non muori tranquilla." Sento che sta ridendo, ma non posso vederlo. Non posso vedere nulla. Non ho mezza intenzione di aprire gli occhi.
Rimango aggrappata a lui, mentre continua a stare aggrappato al palo, scendendo con attenzione.
Poco dopo sento che salta, e in quel momento mi scappa un urlo, che mi fa stringere ancora di più la presa al suo collo.
"Stupida, puoi aprire gli occhi. Siamo giù."
Apro lentamente le palpebre e realizzo che mi ha detto la verità.
Mi sporgo all'indietro, per scendere dalla sua schiena.
Quando sto per dire qualcosa, delle luci alle nostre spalle iniziano a lampeggiare.
Mi giro di scatto, pensando sia la polizia. Ma appena vedo Nate mi sento sollevata.
"Muoviti, scema." Jace mi prende per un polso, correndo verso la macchina.

Il Peggior Nemico di Mio FratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora