Capitolo 62

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Alla sua dichiarazione rimango completamente senza parole.
Sento il viso in fiamme e il cuore scoppiare.
Io lo so già, questo ragazzo mi farà morire prima o poi.

"N-non è vero..." Sussurro, tornando a guardare fuori dal finestrino.
"Invece sì, credimi." Dice sospirando, per poi lasciar cadere la testa sul sedile, continuando a mantenere lo sguardo su di me.
"C-comunque, non ho mangiato!" Tento di trovare immediatamente un nuovo argomento di cui parlare. Anche se, in effetti non ho veramente cenato e ammetto di avere un certo appetito.
"Immaginavo, dove vuoi andare?" Mi chiede, abbozzando una piccola risata.
Dio, più lo guardo sorridere più perdo la testa...
"Non saprei... la macchina è tua."
"E quindi?"
"Decidi tu."
"Se avessi dovuto decidere io sarei uscito da solo. Ma siamo assieme, quindi decidiamo in due."
Ok, per una volta ha ragione.
"Mh... sinceramente, non ho preferenze."

In realtà avrei un posto dove vorrei andare: al Time Warner Center, il centro commerciale vicino a Central Park, nonché il mio preferito in assoluto. Ma da qua, in auto, ci vorranno circa 30minuti, se non di più.
Non voglio di certo che inizi a prendermi per una rompi scatole, viziata, che vuole solo girare per i negozi. È chiaro che voglia passare la serata con lui, ma non ho abbastanza confidenza per stare completamente da soli. Preferisco un posto più affollato, così da avere molte più cose da fare e di cui parlare.

"Se vuoi possiamo andare al Time Warner Center." Dice, provocando in me uno scatto verso di lui.
Non può avermi letto nel pensiero...!
"V-veramente?" Sono sicura che in questo momento i miei occhi stiano letteralmente brillando.
"Sì, certo."
"Ma... ci vuole tempo per arrivare... poi i parcheggi costano-"
"Alison, dobbiamo uscire o farci problemi? In tutta New York i parcheggi sono a pagamento. E poi, per lo meno, avremmo parecchie cose da fare."
Io rimango in silenzio, ferma a fissarlo, e lui fa lo stesso.
Ad un certo punto alza la mano verso il mio viso per strizzarmi una guancia.
"Aia!"
"Eri imbambolata, pensavo ti fossi addormentata ad occhi aperti."
"Ricominci a prendermi in giro?" Sbotto.
"Assolutamente no." Dice, ridendo.

Certo, e io ci credo.

"Allora possiamo andare." Si sistema sul sedile, per poi girare le chiavi dell'auto e partire.
"Ma... sei sicuro?" Chiedo, guardandolo mentre imbocca la strada.
"Quante volte te lo devo ripetere?" Mi risponde, continuando a mantenere lo sguardo davanti a sé.
Adoro guardarlo mentre guida. Starei le ore.
Le sue mani grandi che toccano il volante e il cambio, i suoi occhi azzurri fissi sulla strada... da quando ho iniziato a conoscerlo meglio ho scoperto dei nuovi lati del suo carattere che non mi aspettavo minimamente potesse avere.
L'ho sempre visto come un ragazzo stronzo, arrogante e sbruffone. Insomma, una persona da cui tenersi lontani.
E invece...

Durante il viaggio in macchina teniamo accesa la radio e ogni canzone che c'era continuavo a cantarla come un idiota.
Abbiamo anche iniziato una piccola discussione dove, secondo lui, ho dei gusti musicali orribili. Certo, perché la musica techno e spaccatimpani che piace a lui sarà bella! Pff.

Appena arriviamo nella zona di Central Park ci troviamo in mezzo ad un traffico assurdo, tant'è che Jace sta cominciando a perdere la pazienza.
"Ma chi cazzo ha dato la patente a tutti 'sti coglioni?!" Impreca, per colpa di alcune macchine che stanno causando blocchi e problemi.
"Calmati Jace, questa zona è sempre stata un casino, dovresti saperlo."
Lo ammetto, è stupendo anche quando si arrabbia. Stringe le mani al volante, facendo diventare bianche le nocche, incurva le sopracciglia e i suoi occhi diventano più scuri.
"É proprio perché lo so che non ci vengo mai!"
Alla sua reazione non riesco a trattenere una risata.
Dopo circa una decina di minuti, le auto che causavano blocchi, sembrano essersi spostate, facendo così scorrere il traffico.
"Minchia, finalmente!" Jace rimette la mano destra sul cambio, per poi riprendere il controllo del volante, mentre con la sinistra si accende una sigaretta.
"Dovresti smettere di fumare."
"Smetterei se la gente non mi facesse girare il cazzo. Non si può stare fermi un quarto d'ora ad un incrocio perché questi idioti non sanno guidare!"
"Oh, povero piccolo. È arrabbiato..." Canticchio, accarezzandogli la testa per prendendolo in giro.
"Beh, ti sei potuta vendicare, almeno." Dice, abbozzando un sorriso. Ammetto che mi fa piacere essere riuscita a calmarlo un po'.

Quando finalmente usciamo dal traffico accediamo ad un parcheggio sotterraneo. Per fortuna troviamo subito posto e, una volta usciti, Jace si ferma un attimo a pagare.

"Ce l'abbiamo fatta ad arrivare." Dal suo tono di voce sento che è ancora leggermente nervoso, ma si vede che sta tentando di calmarsi. D'altronde, non credo voglia rovinare il nostro "primo appuntamento".

Appena usciamo dal parcheggio una miriade di luci, colori e persone appaiono davanti ai nostri occhi. Di fronte a noi il Time Warner Center completamente illuminato e intorno tantissime persone allegre e pronte per divertirsi in compagnia dei propri amici.
Amo New York, per la sua vivacità e le sue illuminazione, per questo preferisco venire in centro la sera: lo spettacolo è mozzafiato.
"Wow..." Sussurra Jace, a differenza mia che sto per urlare dalla gioia.
"É bellissimo! Ne è valsa la pena fare tutta quella fila in macchina!" Inizio a saltellare come una pazza, presa dall'emozione. Era da tanto che non tornavo qua, ma la sensazione non cambia di una virgola.
"Adesso non esagerare, scema."
"Non esagerare?! Ma hai visto che spettacolo abbiamo davanti?!"
"Sinceramente conosco qualcosa di più bello." Dice, mantenendo lo sguardo fisso sul semaforo pedonale ancora rosso.
"Qualcosa di più bello? Cosa potrà mai esserci di più bello?" Soffoco una piccola risata.
In quell'istante il semaforo diventa verde e lui mi prende per mano, per attraversare assieme la strada.
"Tipo te." Dice, rivolgendomi un sorriso.

Il Peggior Nemico di Mio FratelloWhere stories live. Discover now