Capitolo 63

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Un altro colpo al cuore.
L'ennesimo.
Andassi in ospedale ora metterebbero come causa del decesso: Jace Hogan.

"Credo che quello che stia esagerando sia tu." Rido nervosamente.
Sento il viso completamente rosso e le mani tremare, e di certo non dal freddo, o forse anche per quello.
"La bellezza di una persona non è paragonabile a qualcosa di artificiale." Dice, continuando a tenermi per mano anche quando ci troviamo già all'interno del Time Warner Center.
"S-sì... hai ragione, ma-"
"Dove vuoi mangiare?" Mi interrompe.
Smettiamo per un attimo di camminare e lui si gira verso di me.
"Ehm... non lo so-"
"Che ne dici di quello?"
Seguo con lo sguardo il suo indice, rivolto proprio verso il mio ristorante di sushi preferito.
Non ci posso credere... come fa ad azzeccare tutto ciò che mi piace?! Non può di certo leggermi nel pensiero...!
"Sul serio?!" Strillo, spalancando gli occhi.
"Perché mi devi chiedere conferma su ogni cosa?" Domanda, confuso.
"No, così... più che altro oggi sei riuscito ad indovinare talmente tante cose che mi piacciono!" Sorrido, per poi vederlo fare lo stesso.
"Beh, meglio così, no?"
"Sì!"
"Allora andiamo, ho una fame da lupi e immagino anche tu."
"Oh, ci puoi scommettere!"

Appena entriamo al ristorante ci accoglie una ragazza orientale, di cui non saprei definire la nazionalità.
"Per due?" Ci chiede gentilmente. Parla molto bene: dev'essere cresciuta in America, perché non sento nessun accento straniero.
"Sì." Risponde Jace.
"Prego."
"Ah, scusa..." Jace si avvicina nuovamente alla ragazza, per sussurrarle qualcosa all'orecchio.
"Certo!" Risponde lei, non appena lui finisce di parlare.
"Grazie mille."
Quando ci fa segno di seguirla mi avvento su Jace, curiosa.
"Cosa... cosa le hai detto?"
"Sei gelosa?" Ride, guardando dritto davanti a sé per seguire la ragazza.
"G-gelosa?! Io?! Scherzi?"
"Nulla di che comunque, tranquilla."
Io mi allontano leggermente, fulminandolo con lo sguardo, anche se, probabilmente, lui non se n'è nemmeno accorto.
Ci sediamo ad un tavolo per due, vicino ad un bellissimo albero di ciliegio completamente rosa. Le pareti sono scure, rivestite da alcuni addobbi orientali e le illuminazioni di alcune lampade creano un'atmosfera intima. In effetti, ora che ci faccio caso, questa zona è molto più isolata. Quando eravamo all'ingresso era pieno di persone, da famiglie con i figli, a gruppi di amici.

"Posso cominciare a portarvi da bere?"
"Sì, grazie. Io prendo dell'acqua naturale. Tu?" Domando a Jace.
"Una birra."
"Perfetto, arrivo subito." La ragazza ci rivolge un sorriso, per poi scomparire in fondo al ristorante.
"Una birra?! Jace, devi guidare!"
"Una birra non uccidere di certo qualcuno! E poi ora che torniamo alla macchina non avrò più neanche una goccia di alcol in corpo."
"Ma... sei anche minorenne! Non potremmo bere...!" Urlo sottovoce, per evitare che qualche addetto possa sentirci.
"A quanto pare, non sembro minorenne. Sarà per la barba?" Ride, toccandosi il mento.
Io lo guardo, senza dire nulla. E mi accorgo che, effettivamente, gli è cresciuta leggermente.

Prima di sederci tolgo la mia pelliccia e appoggio la borsa alla sedia, mentre Jace tira fuori il cellulare dalla sua tasca, per poi levarsi il giubbotto.
Non appena lo vedo senza, non riesco a staccargli gli occhi di dosso: indossa un maglione grigio scuro che fanno risaltare i suoi pettorali e le sue braccia muscolose e dei semplici jeans neri, ma che addosso a lui sembrano essere i più belli al mondo.
E poi ero io quella che voleva attirare la sua attenzione...? Sbaglio o non l'ho mai visto vestito così bene?
Nel frattempo la ragazza orientale torna verso di noi con le nostre bibite in mano.

"Che hai da guardare?"
"Eh? Io? No, nulla!" Mi siedo immediatamente, interrompendo il contatto visivo, che non mi ero resa conto fosse diventato così insistente.
Certo che... avrebbe potuto anche rispondermi meglio.
Oh, insomma Alison, di cosa ti lamenti? Ricordati che Jace Hogan è sempre stato un ragazzo maleducato e antipatico. Anzi, mi sembra fin troppo strano vederlo così dolce e gentile, a volte.
"Cosa prendi?" Gli domando, iniziando a girare la lista del menù e bevendo un sorso d'acqua dal mio bicchiere.
"Boh, non ho mai mangiato sushi in vita mia."
In quel momento sento l'acqua andarmi di traverso per la sorpresa, e inizio a tossire come una pazza.
"C-come non l'hai mai mangiato?!" Domando, non appena riesco a tornare a respirare.
Lui mi guarda, impassibile.
"No."
"E perché hai deciso di venire proprio qua?"
"Così, per provare."
"Ma... non ci credo..."
"Ti posso svelare un segreto?" Domanda.
Annuisco, per poi sporgermi verso di lui.
"Esistono altre cose da mangiare, ma non dirlo a nessuno, o smetteranno tutti di mangiare sushi." Sussurra.
"Stupido! Sempre pronto a prendermi in giro!" Sbotto, tirandogli un leggero schiaffo sulla spalla, mentre lui scoppia a ridere.

Mi fermo per un attimo a guardarlo. Mi accorgo solo ora delle piccole fossette che ha quando sorride. E ogni volta che lo fa... sento come se il cuore potesse scoppiarmi da un momento all'altro.

Il Peggior Nemico di Mio FratelloWhere stories live. Discover now